Lecco: rissa al chiosco con sfregio ad un 'avversario', chiesti 3 anni e mezzo per un 25enne
Non è nuovo alle aule giudiziaria. Ma questa volta rischia davvero grosso. Il pubblico ministero Andrea Figoni ha quest'oggi chiesto per lui una condanna - con pena già decurtata di un terzo in considerazione dello "sconto" concesso per la scelta del rito abbreviato - a tre anni e mezzo.
Reda E., marocchino, classe 1997, residente a Vigevano, secondo il PM, è da ritenere colpevole dello "sfregio" riportato nella nottata del 10 febbraio 2018 da Kristian D., kosovaro, quattro anni più "grande, raggiunto da una coltellata in volto nell'ambito di un parapiglia scoppiato tra due diversi gruppi di giovani nei pressi del "Chiosco delle Barche", sul lungolago cittadino, a due passi da piazza Cermenati.
Il magrebino, assistito dall'avvocato Marcello Perillo, è l'unico degli imputati ad aver optato quest'oggi, al cospetto del GUP Nora Lisa Passoni, per un rito alternativo. Se il giudice lo riterrà, andranno invece a dibattimento, chiamati a rispondere del reato di "rissa", sempre difficile da "provare" nell'impossibilita di ricostruire esattamente chi ha fatto cosa durante il pestaggio, Brahim Z. (lecchese nato in Tunisia nel 1998, avvocato Giovanni Priore), Giulio B. (lecchese, classe 1996, avvocato Ruggero Panzeri), Zakaria E.Y. (marocchino con casa a Lecco, classe 1997, avvocato Nadia Colombo) e lo stesso Kristian D. (classe 1993, avvocato Marcello Di Scalfani), quest'ultimi due identificati anche come persone offese.
Giulio B. risulta infatti indagato anche per lesioni aggravate perché nell'ambito del parapiglia, avrebbe - in concorso con altri - colpito con pugni al viso e calci provocandogli un trauma giudicato guaribile in 7 giorni, Zakaria E.Y. nonché per minaccia verso lo stesso. Idem, come accennato, per Reda E.: sarebbe stato lui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, con un coltello, a tagliare, sul volto, il balcanico, provocandogli una lesione etichettata come "permanente". Il 15 giugno la sentenza a suo carico.
A.M.