Valmadrera, scontro tra la moto del consigliere e un Peugeot: colpa 'spartita, pena sospesa

Il motorino del consigliere Bartesaghi
in una foto scattata nell'immediatezza dell'incidente
Il viceprocuratore onorario Caterina Scarselli, all'esito dell'istruttoria, ha chiesto una pena per sua stessa ammissione “mite”, sostenendo come a proprio avviso entrambi i coinvolti nel sinistro al vaglio processuale “non hanno tenuto le corrette condotte di guida”, parlando dunque di un “concorso di colpa che ha un suo valore anche dal punto di vista della responsabilità penale”.
Se dunque la titolare della pubblica accusa ha “suggerito” la condanna all'imputato a tre mesi di reclusione, il giudice – il dr. Paolo Salvatore – ha optato per una pena ancor più leggera, irrogando a Paolo C., galbiatese, due mesi (con sospensione condizionale). Da quantificare invece in altra sede il risarcimento spettante alla vittima, da corrispondere anche a carico dell'assicurazione, “tirata in ballo” al processo quale responsabile civile. 8.000 euro la provvisionale già disposta. Si è chiuso così il fascicolo giudiziario, per lesioni stradali gravi o gravissime, originato dal sinistro verificatosi il 30 luglio 2019 lungo via XXV Aprile a Valmadrera. Parte civile il consigliere comunale leghista Elio Bartesaghi, commerciante, classe 1955. Proprio lui in apertura di udienza ha sintetizzato quanto accaduto quella mattina, quando in sella alla propria Vespa 300 si stava avvicinando all'incrocio con via Roma. “C'era la colonna ferma per il semaforo rosso. Ho iniziato a frenare, sorpassando poi una prima macchina, la seconda e la terza. Una poi ha girato di colpo mentre passavo, mi ha toccato dietro e ho fatto un volo di 6-7 metri. Sono rimasto sempre vigile ma ho battuto spalla, schiena e costole” ha detto, ricordando altresì di aver avvertito poi della concitazione attorno a lui e di essersi visto sfilare il casco dal suo investitore. Un dettaglio quest'ultimo che l'odierno imputato, rendendo esame, ha voluto smentire. Nel suo racconto ha ammesso di non aver proprio visto Bartesaghi sopraggiungere, impostando la manovra di svolta verso la laterale via Verdi azionando regolarmente la freccia. Non è stata in grado di confermare se l'indicatore fosse o meno in funzione la conducente della vettura che si trovava immediatamente alle spalle del Peugeot da lavoro condotto dal galbiatese. La donna si è però detta sicurissima che “il veicolo stesse girando”, aggiungendo altresì “la manovra di svolta per me era intuibile”, ricordando anche di aver visto, dallo specchietto, arrivare il motorino che “non andava veloce”.
Sentita anche la vigilessa che ha rilevato il sinistro, avvenuto, parrebbe, sulla corsia di marcia opposta rispetto alla direzione della Vespa.
Certe, le lesioni riportate da Bartesaghi, attestate – pur per tabulas, senza mai visitare personalmente l'uomo - da un consulente. Certe altresì le contravvenzioni elevate a entrambi i coinvolti, con l'automobilista che ha poi impugnato sia la multa sia il provvedimento di sospensione della patente, vincendo entrambi i ricorsi. Ora però rischia un nuovo stop rispetto alla possibilità di mettersi al volante. Il giudice ha decretato infatti, quale pena accessoria, anche tre mesi di “blocco”.
A.M.
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