Lecco, 4° bando 'Paolo Cereda': premiate 5 classi per i lavori sulla legalità

Assegnato il Premio Cereda, il riconoscimento per i lavori sul tema della legalità realizzati dalle scuole lecchesi. Giunto alla quarta edizione, il bando è promosso dall’associazione “Libera”, da anni impegnata nelle campagne antimafia, con la collaborazione della Fondazione comunitaria del Lecchese e dell’Ufficio scolastico provinciale, per ricordare la figura di Paolo Cereda, impegnato nel sociale e nel volontariato oltre che nella stessa “Libera”, scomparso nel settembre 2017 a soli 54 anni.



Il prefetto Sergio Pomponio e Roberto Nigriello



Quest’anno il tema su cui le scuole lecchesi erano invitate a impegnarsi ha riguardato il cosiddetto testimone di giustizia, colui che di fronte a un reato non si volta dall’altra parte ma va a denunciare nonostante sia consapevole di poter incorrere in guai seri. Com’è accaduto a Piero Nava, il rappresentante di commercio lecchese che assistette all’omicidio del giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990 lungo una strada nei pressi di Agrigento. Dopo aver denunciato, Nava dovette “sparire”, quando peraltro ancora la sua posizione giuridica non era ben definita dalla legge. Oggi vive ancora nascosto e racconta la sua esperienza anche ai ragazzi che si mettono in contatto con lui, come alcune classi che hanno partecipato al concorso “Cereda” di quest’anno.


Maria Grazia Nasazzi e Lorenzo Frigerio



Alberto Bonacina e Luca Cereda

Premiate cinque sezioni a pari merito, a ciascuna delle quali sono stati consegnati 1.000 euro, anziché stilare una graduatoria dal primo al terzo posto. Al concorso, quest’anno, si sono iscritte complessivamente 30 classi e sono state 26 quelle che hanno poi presentato un lavoro: 16 delle medie inferiori e 10 delle superiori. Libere e svariate le tecniche: dalla ricerca di approfondimento al video al film vero e proprio.


La 3^C dell'IC Stoppani di Lecco



I riconoscimenti sono andati alle classi Seconda A dell’Ics di Galbiate, sotto la guida dell’insegnante Maria Laura Pedri; Terza C della Stoppani di Lecco (docente Anna Meles); Terza D dell’Ic Manzoni di Calolzio (prof.ssa Anna Maria Spanò); Seconda B Professionale dell’Istituto Parini di Lecco (docente Carmen Greco); Seconda B dell’Istituto Bertacchi (Valeria Cattaneo).


La 2^B dell'Istituto Bertacchi


La 2^B dell'Istituto Parini



Alla cerimonia, tenutasi nel pomeriggio di oggi al Politecnico di Lecco, sono intervenuti il referente lecchese di “Libera” Alberto Bonacina, il prefetto Sergio Pomponio, la "numero uno" della Fondazione comunitaria Maria Grazia Nasazzi, il presidente del Consiglio comunale lecchese Roberto Nigriello e il giornalista Lorenzo Frigerio, che si occupa del settore informazione dell'associazione. A consegnare gli attestati Luca Cereda, figlio di Paolo, anch’egli cronista, membro della giuria del Premio ed esponente di Libera.


La 1^C della Manzoni di Calolzio


L’evento odierno, tra l’altro, è caduto proprio all’indomani del trentesimo anniversario dell’assassinio del giudice Giovanni Falcone in un terribile attentato sull’autostrada nei pressi di Palermo ordinato da Cosa Nostra, nel quale morirono anche la moglie del magistrato e tre uomini della scorta. Ricorrenza che ieri era stata celebrata dalle più alte cariche istituzionali e ha avuto un momento di ricordo anche in municipio a Lecco.
Un episodio, quell’attentato, che sgomentò la storia, che per un istante sembrava potesse cambiare per sempre attraverso un’autentica rivolta della società civile contro le organizzazioni malavitose: per i ragazzi radunati nella sala del Politecnico appartiene a un passato quasi remoto, a un tempo precedente la propria nascita, ma il suo racconto si intreccia inevitabilmente con l’attualità di oggi, come ha voluto sottolineare Nasazzi.


La 2^A dell'ICS di Galbiate


Proprio i giovani – ha detto Bonacina – dimostrano tra l’altro un'attenzione ai temi della lotta alla mafia maggiore rispetto agli adulti. Da parte sua, il prefetto Pomponio si è concentrato proprio sulla figura del testimone di giustizia, sulla necessità di non tacere perché è sul “silenzio indotto” che la mafia si appoggia per essere potente. Per il Comune, Nigriello ha ricordato come in municipio sia stata costituita proprio in questi giorni la Commissione antimafia, «non perché dovuta ma perché voluta». Infine, Frigerio ha offerto un ritratto di Paolo Cereda.
D.C.
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