Lecco: l'ucraino resta in carcere, differito al 13 giugno il processo per resistenza e lesioni

L'arresto dell'ucraino in una foto diffusa dal consigliere Zamperini
Resterà in carcere o comunque “sotto custodia”, qualora il suo avvocato riuscisse a trovargli una struttura alternativa, almeno fino al 13 giugno, giorno in cui è stato differito il processo a suo carico. “L'ucraino” come tutti in città ormai lo chiamano, pur avendo un nome e un cognome, comparirà poi nuovamente al cospetto del giudice Giulia Barazzetta, assistito d'ufficio dall'avvocato Alessandra Carsana, per rispondere dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate per i quali questa notte, attorno all'1, è stato tratto in arresto, dopo essersi reso protagonista di due distinti episodi di violenza che gli sono costati (ulteriori) due querele.
Come già raccontato (QUI) attorno alle 22.30, il 50enne, vistosamente alterato dai fumi dell'alcol, si sarebbe “intrufolato” tra i tavolini di un locale affacciato su piazza XX Settembre, importunando i clienti tanto da far scattare la reazione di un barman 29enne che, dopo averlo avvicinato, lo avrebbe invitato ad allontanarsi. Un “suggerimento” non accettato. Ad una spinta del ragazzo sarebbe così seguita la caduta dello straniero che, rialzandosi, avrebbe poi brandito una sedia colpendo per due volte il malcapitato, raggiunto anche da un pugno. Scattata così la chiamata al 112 con l'arrivo in posto di un'ambulanza e della Polizia. Il barista è finito al Manzoni, pur in codice verde. L'ucraino, sarebbe rimasto invece in zona, ancora diverse ore, continuando a "farsi notare" e arrivando a minacciare – anche di morte, con una bottiglia prelevata da un tavolo tra le mani - anche la titolare dello stesso bar dell'aggressione. Altra corsa dunque della Volante in Piazza XX Settembre, con successivo – movimentato – arresto, seguito da altro accesso in PS, questa volta di due agenti che hanno, nel trambusto, riportato lesioni giudicate guaribili in pochi giorni.
Nel primo pomeriggio, il fermato è stato portato in Tribunale. Il giudice Barazzetta ha convalidato l'arresto, disponendo – essendo senza fissa dimora e senza “appoggio” alcuno – la custodia in carcere, in attesa del processo differito su richiesta dall'avvocato Carsana che ha chiesto i termini a difesa. Si tornerà in Aula il 13 giugno.
Già domani a Milano, però, il nome dell'uomo risuonerà in un'aula del Palazzo di Giustizia. Attesa infatti la pronuncia del Tribunale di Sorveglianza, dopo il passaggio in giudicato del patteggiamento del 3 novembre 2020 con il quale ha "accettato" una condanna a 2 anni e 4 mesi per i fatti del 29 maggio, quando, dopo essersi già fatto notare in città per aver preso a “sediate” un altro senzatetto sempre in piazza XX Settembre, era stato tratto in arresto per una tentata rapina – con tanto di bottigliata – ai danni di un Kebbabaro in via Amendola. Rimasto in carcere qualche mese in attesa del giudizio, avrebbe potuto saldare il suo conto con la giustizia con una misura alternativa ma con ogni probabilità, viste le sue condizioni di vita, per lui sarà disposta l'incarcerazione. Ma questa è altra questione rispetto alla “sola” resistenza per cui è già ora dietro alle sbarre.
A.M.
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