Lecco: il titolare dell'autofficina di via Tagliamento dal giudice per i vani per il trasporto droga

Il Tribunale di Milano
Cavalli di razza... in Tribunale. Il fascicolo originato dell'omonima maxi inchiesta contro la 'ndrangheta in Lombardia portata a termine sul finire del 2021 dalla DDA di Milano è approdato quest'oggi sul tavolo del GUP del Foro meneghino Lorenza Pasquinelli. Innumerevoli gli imputati, per lo più ancora in regime di detenzione e dunque collegati per via telematica dai penitenziari di tutta Italia, da Tolmezzo a scendere. Tra loro anche un “lecchese”, l'unico in un'operazione nella sua interezza comasca ma con radici calabre.  Si tratta di Roberto Mandaglio, classe 1978, residente a Pusiano, domiciliato in Svizzera e titolare dell'autofficina di via Tagliamento recentemente raggiunta da un'interdittiva antimafia firmata dal nuovo Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, al suo primo provvedimento di questo tipo in città, sulla scia dei 26 adottati negli ultimi due anni dai suoi predecessori.
Proprio sul posto di lavoro, stando all'impianto accusatorio, l'uomo – indicato dagli inquirenti come  “di estrazione giffonese” e  “persona nota agli uffici investigativi del posto perché legato alla “famiglia Trovato”” - si sarebbe prestato a riadattare delle vetture adibite poi al trasporto di droga, creando appositi vani nell'abitacolo, così da eludere eventuali controlli. Gli viene dunque constatata dai sostituti procuratori  Pasquale Adesso e Sara Ombra – entrambi quest'oggi in Aula – la partecipazione ad un'associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Oltre una tonnellata la cocaina - importata dal Sudamerica – complessivamente sequestrata nell'ambito dell'inchiesta culminata nel novembre 2021 con l'esecuzione di 54 ordinanze in Lombardia.
Tutto era partito da un'inchiesta della Procura di Como su un giro di false cooperative che già tre anni fa aveva portato a 34 arresti nonché a evidenziare legami con la 'ndrangheta, andando così a intrecciarsi con le indagini in corso a Firenze e Reggio Calabria, oltre ovviamente della Direzione antimafia di Milano. I reati contestati agli indagati, a vario titolo, vanno dall'associazione mafiosa, all'usura, dalla detenzione e porto illegale di armi all'autoriciclaggio. E ancora, come già citato, dall'associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, produzione, traffico e cessione di sostanze stupefacenti alla bancarotta fraudolenta, dalla frode fiscale alla corruzione, passando dall'estorsione.
Quest'oggi sono state avanzate dalle difese diverse questioni di carattere processuale, con prossima udienza fissata per il 21 giugno per lo scioglimento delle riserve da parte del giudice e l'ammissione ai riti alternativi. Gli avvocati Stefano Pelizzari e Massimiliano Vivenzio, legali di Mandaglio, hanno depositato i risultati di indagini difensive che, qualora dovessero essere ammessi, porterebbero l'assistito a optare per l'abbreviato, una strada che sarà probabilmente percorsa da quasi tutti gli imputati.
Già fissata per il mese di settembre, poi, la requisitoria dei PM.
A.M.
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