Marocchino 'agitato' a giudizio: a Calolzio diede di matto, a Lecco ferì un passeggero


L'operante della Polfer che lo ha riconosciuto nell'ambito del secondo dei due episodi oggetto del procedimento lo ha etichettato come un soggetto “fin troppo noto”. Soufiane Zakroum, marocchino, classe 1992, si farà ora “un nome” anche in Tribunale. Al cospetto del giudice monocratico Paolo Salvatore nella mattinata odierna si è aperto un procedimento a suo carico in relazione a due distinti fatti di cui, a stretto giro, nell'estate del 2020, si sarebbe reso protagonista.
Il 2 agosto all'esterno della stazione carabinieri di Calolziocorte avrebbe avuto un alterco con una cittadina magrebina, anch'ella già nota nelle Aule del Palazzo di Giustizia cittadino, per futili motivi. Portato in caserma sarebbe stato trovato anche in possesso di un modico quantitativo di hashish, costringendo gli operanti ad una contestazione amministrativa. Conseguenza che lo avrebbe mandato in escandescenze come raccontato da uno dei militari in servizio quella sera. In preda al delirio e probabilmente sotto l'effetto di sostanze, il giovanotto avrebbe dunque lasciato le stanze della stazione carabinieri per portarsi in strada, urlando frasi in arabo – incluso l'ormai celebre “Allah Akbar” tristemente collegato ai terroristi islamici – nonché ingiurie e minacce in italiano verso le divise, denudandosi poi dinnanzi a un ristorante per mostrare i genitali ai suoi “inseguitori”.  Una “scenetta”, questa, ripresa dal carabiniere sentito quest'oggi come testimone, con il proprio cellulare. E c'è un video anche del secondo episodio per cui quest'oggi  Zakroum è a processo. Il 19 agosto, a distanza dunque di due settimane dal fatto di Calolzio, su un treno, in stazione a Lecco, il  trentenne avrebbe dato una testata ad un connazionale per poi colpirlo con dei pugni, lasciandolo sanguinante a terra, allontanandosi. A rintracciarlo sono stati in un secondo momento gli agenti della Polfer, come raccontato al giudice dall'altra divisa sentita quest'oggi, pronta a confermare come il proprio Ufficio conoscesse bene l'uomo per una serie di reati che lo stesso avrebbe commesso sempre in stazione. Minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale gli addebiti relativi al fatto di Calolzio, minaccia e lesioni aggravate per quello di Lecco. Il processo si concluderà il prossimo 19 luglio, con l'escussione degli ultimi testimoni, inclusa la persona offesa nel pestaggio sul treno, oggi non comparsa in Aula, pur citata.
A.M.
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