Calolzio: l'addio a Vladimiro Dozio, nel ricordo del suo impegno. 'Questa è carità'

Solo due preghiere, quella del Volontario del Soccorso e quella dell'Alpino. Niente ricordi. Ma forse, conoscendolo, concreto, pragmatico e anche un po' “brontolone”, non li avrebbe comunque graditi, preferendo alle parole quella presenza che – effettivamente – si è manifestata, non lasciando posti a sedere liberi tra le panche del Santuario del Lavello. Oggi pomeriggio, a Calolzio, erano effettivamente in tanti a salutare Vladimiro Dozio.

Vladimiro Dozio

C'erano ovviamente i famigliari e dunque le sorelle Ida e Pinuccia, il fratello Walter e la cognata Elena. E poi ancora i nipoti Vanessa, Samantha, Barbara e Christian che, dallo zio, ha ereditato la passione per il giornalismo con carta stampa e web rappresentati alle esequie del 78enne – in attività fino all'ultimo - da cronisti di oggi e di ieri, chi intervenuto “privatamente” per salutare un collega, chi – macchina fotografico e taccuino alla mano – per provare attraverso il comune “mestieraccio” a omaggiare quella penna approdata al Il Giorno dopo aver scritto per gran parte delle testate del nostro territorio.
C'era la politica (quella narrata ma anche vissuta in prima persona da “Vladi”) e c'erano gli amministratori locali, pur senza fasce al petto.

Le divise le hanno indossate invece i “suoi” Volontari del Soccorso, capitanati da Fabrizio Vatteroni e alla sua vice Paola Maria Rosa, affiancati dal presidente regionale di ANPAS Lombardia Luca Puleo che oggi ricopre dunque un ruolo che nel passato fu dello stesso Dozio, arrivato – dopo aver tenuto a battesimo quale padre fondatore il gruppo di Calolzio – a essere nominato responsabile nazionale della Protezione civile per l’Associazione. 

All'uscita del feretro la sirena dell'ambulanza ha accompagnato l'ultimo viaggio del già Comandante, mai staccatosi dalle “giubbe arancio” nemmeno dopo aver raggiunto dopo oltre 48 anni di servizio l'età della “pensione” del volontario.

E sull'attenti lo hanno aspettato anche gli amici alpini, cappello con la penna in testa. Vladimiro Dozio “è andato avanti”. Lo ha fatto dopo aver “fatto la sua parte in maniera intelligente” come sottolineato dal parroco di Foppenico, don Antonio, nell'omelia, snocciolando tutti gli incarichi ricoperti dal 78enne nella sua esistenza. “Questa è carità” la chiosa del sacerdote, rifacendosi a un'espressione di Paolo VI. “La forma di carità più alta, per la polis, per il sociale. Dice il bene dell'uomo”.

Buon viaggio dunque Vladimiro. Passando dal Mel sarà difficile abituarsi a non vederti più lì.
A.M.
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