Lecco: Nicolò Paindelli presidente della Commissione antimafia, Corrado Valsecchi vice

Si è svolta lunedì sera la prima riunione della neo-istituita Commissione antimafia del Comune di Lecco, guidata in questa occasione dal presidente del Consiglio Roberto Nigriello, che ha coordinato i lavori per l’elezione di presidente e vice. Pur essendo una realtà “snella”, composta da quattro rappresentanti della maggioranza – uno per gruppo – e tre dell’opposizione (scelti tra Appello per Lecco, Fratelli d’Italia e Lega), due sono state le candidature per il ruolo apicale. Come già anticipato in Consiglio comunale durante la discussione sulla delibera della nascita della Commissione, Giacomo Zamperini (FdI) ha ribadito che la carica di vertice sarebbe dovuta andare alla minoranza: “Essendo questa una Commissione che svolgerà un ruolo di garanzia e di controllo, e non strettamente politico, riteniamo che la presidenza debba spettare alle minoranze, così succede nella maggior parte delle realtà analoghe della Regione”. Fatta questa premessa, ha annunciato la candidatura dell’opposizione: “C’è una persona che per dieci anni è stata in Amministrazione con il centrosinistra, che per il suo curriculum è sopra ogni ragionevole dubbio e che per la sua storia salverebbe anche le "apparenza politiche". Corrado Valsecchi ci sembra una proposta ragionevole e vi invito a concedere questa possibilità alle minoranze”.


Al centro Nicolò Paindelli

Una candidatura, quella del portavoce di Appello per Lecco, che però non ha trovato i voti necessari tra le fila della maggioranza: “Questa è una Commissione "straordinaria" rispetto all’attività del Consiglio, che si occupa di questioni che dovrebbero stare fuori dal palazzo – ha replicato Alberto Anghileri (Con la sinistra cambia Lecco) –. Non le spetta un compito di controllo sull’attività comunale, ma quello di promuovere la cultura della legalità. Per questo faccio fatica a capire in che senso dovrebbe avere una funzione di garanzia, e credo che le prerogative di trasparenza e opportunità che valgono per Valsecchi valgono per tutti, per questo noi proponiamo alla presidenza Nicolò Paindelli”.

Una volta scoperte le carte, è toccato ai due “candidati” esporre una sorta di piccolo “programma”: “Non ho nessun dubbio che tutti i consiglieri siano sul pezzo nella lotta contro la criminalità organizzata, e che la comunità lecchese abbia gli anticorpi di fronte a questo tipo di fenomeno – ha chiarito Corrado Valsecchi –. Il gruppo di Appello per Lecco ha portato in città i simboli della lotta alla mafia, da don Ciotti ad Armando Spataro, gente che parla con cognizione di causa e competenza, ed è in questo solco che dovrà muoversi la Commissione, estendendo il proprio raggio di azione in tutti quegli ambiti dove c’è necessità di educare e formare ai valori della legalità e agli interessi autentici e veri di una comunità sana. Io credo di poterla rappresentare dignitosamente per la mia storia, e questo mi è sempre stato riconosciuto dalla comunità lecchese”.
Il dem Paindelli, ringraziando per la candidatura, ha invece subito teso una mano a Valsecchi, sottolineando che “chiunque sarà scelto per questo ruolo saprà interpretarlo nel modo giusto e in sinergia con il vicepresidente per trattare questi temi così importanti e delicati”, aggiungendo che “questa Commissione nasce oggi, ma non parte oggi l’impegno del Comune nel campo dell’antimafia", e che la Commissione "deve avere un ruolo di prevenzione e costituire uno spazio per la discussione e la partecipazione del Consiglio in primis”, per questo ha indicato come “fondamentale una collaborazione reale e funzionale tra i suoi membri”. Dalle fila della maggioranza, Paolo Galli ha sostenuto la candidatura di Paindelli sottolineando l’importanza che questi valori siano portati avanti dai giovani, per parlare ai ragazzi; Giacomo Zamperini ha però ribadito che “è più giusto che sia il vegliardo Valsecchi a prendere per mano il giovane Paindelli e non il contrario”.



Visti gli equilibri, le votazioni si sono svolte in breve tempo, e hanno assegnato al dem il ruolo di presidente e al portavoce di Appello quello di vice. “La Commissione nasce oggi – ha commentato Paindelli –. I lavori saranno portati avanti in collaborazione con il vice, tra noi membri e con gli assessori competenti. L’educazione alla legalità deve necessariamente partire dai giovani, per questo dobbiamo capire come farci conoscere e muoverci all’interno delle scuole”. A ribadire la delicatezza di questi temi è stato il leghista Stefano Parolari: “Non credo che questa città abbia degli anticorpi naturali, altrimenti non sarebbe successo quello che è successo”, ha detto riferendosi all’inchiesta Metastasi che ha riguardato da vicino anche Palazzo Bovara con l’arresto e la condanna per associazione mafiosa dell’allora (Amministrazione Brivio uno) consigliere comunale dem Antonio Palermo. “Il punto, però, non è la pubblica amministrazione ma la città, e oggi dobbiamo porci davanti a questo importante fenomeno con grossa onestà intellettuale, per cercare di farlo conoscere ai giovani ma anche a chi lavora, indagandone soprattutto le cause”.
Ha dato l'impressione di voler rivangare il passato anche Valsecchi: “Uno che non si accorge di avere di fronte un mafioso o è in malafede o ci fa: se hai davanti una persona che attraverso i canali della criminalità organizzata cerca un’interlocuzione nel mondo pubblico o privato te ne accorgi immediatamente, e o metti una barriera o sei nella rete. Quando la persona in questione, che non era ancora stata indagata ed era incensurata, ci chiese di candidarsi con il nostro movimento noi gli abbiamo detto no. Questa è la capacità di identificare il malavitoso o i soggetti che non sono in linea con i valori della legalità. Dobbiamo avere tutti la sensibilità di capire che una cosa è il pubblico e un’altra il proprio lavoro e i propri interessi privati, queste sono le cose a cui stare attenti. La Commissione ha un senso se le diamo vita e funzione, se diventa uno spot temporaneo non va da nessuna parte e il vice presidente non lascerà che questo accada”.
M.V.
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