Ballabio: lo stato maggiore della Lega in difesa del 'piano Combi'. Bussola spiega il 'pro' dell'operazione, Consonni 'non è il mulino bianco'

Inusuale conferenza stampa, quella convocata dal sindaco di Ballabio Giovanni Bussola per «fugare i dubbi» sull’operazione di Pra Barech, un terreno sulla via per Morterone interessato da un’ipotesi di ampliamento da parte dell’Arialdo Combi, azienda metalmeccanica del paese esistente da oltre mezzo secolo. Operazione contro la quale si è schierata la predecessora di Bussola, Alessandra Consonni e che sta facendo seriamente traballare la giunta comunale oltre a mandare in fibrillazione la Lega. Leghisti infatti sono sia Bussola che Consonni. Così che il segretario provinciale Daniele Butti non ha nascosto «un po’ di imbarazzo» da parte del partito, pur glissando su eventuali provvedimenti e limitandosi a un generico augurio a proposito di divergenze appianate. Come in verità non parrebbe. Stando alle evidenti scintille e a una Consonni non propriamente rappacificata. La quale, per parte sua, ha rimandato a successive valutazioni la scelta sull’atteggiamento da tenere in consiglio comunale. E se i lapsus la dicono lunga, per via di un articolo caduco dovrebbe già sentirsi all’opposizione. Visto che in un passaggio del proprio intervento, si è dovuta correggere dopo essersene uscita con un «noi come opposizione».

Giovanni Bruno Bussola

Inusuale conferenza stampa, si diceva, quella di ieri sera, 16 maggio. Perché particolarmente affollata: oltre ai giornalisti, erano presenti i consiglieri comunali e altri esponenti politici del centrodestra a cominciare dalla senatrice Antonella Faggi. Mentre, a supportare il sindaco Bussola, c’erano il consigliere regionale Mauro Piazza, il vicepresidente provinciale Mattia Micheli, il consigliere provinciale Stefano Simonetti. Tutti, ciascuno per quanto di propria competenza, a sostenere la bontà dell’intervento. A testimoniare come il “caso” Ballabio sia spinoso. Inoltre, era presente anche la stessa azienda con Mauro Combi, assistito da Mauro Castelli della società di ingegneria “Arco” che si occupa degli aspetti tecnici dell’operazione.
Tutto nasce, come detto, dalla richiesta di ampliamento avanzata dalla Arialdo Combi, azienda con sessanta dipendenti e che produce accessori per cancelli e portoni «esportati in 75 Paesi di tutti i continenti».

Il sindaco con Mattia Micheli. Sotto Mauro Piazza e Stefano Simonetti

«Per reggere sui mercati internazionali», vi è praticamente la necessità di raddoppiare lo stabilimento, aggiungendo seimila metri quadri di nuovi capannoni, arrivando così a una superficie complessiva di circa 13mila metri quadri. Nel caso, l’ampliamento non sia possibile a Ballabio, l’azienda sarebbe costretta a trasferire altrove la produzione «e non si tratta di una minaccia – ha precisato Combi – ma semplicemente di una scelta che un imprenditore deve fare se non può ampliarsi dove si trova. E noi facciamo gli imprenditori. E vorremmo restare a Ballabio e per questo ringraziamo il Comune per la possibilità che ci dà. Spostandoci altrove, magari risparmieremmo sui costi, ma noi vogliamo continuare a portare il nome di Ballabio nel mondo».
Nulla di più e tutto fatto in trasparenza – la sottolineatura - e con ciò rispondendo anche a un quesito sulla Immobiliare Patrizia, pure coinvolta nell’operazione, ma che semplicemente è altra società dello stesso gruppo Combi «di proprietà della famiglia al cento per cento».
Ed è contro il sacrificio dell’area verde accanto alla “Combi” che Consonni ha preso posizione e il futuro dirà se si tratti di battaglia pretestuosa come suggerito dai suoi denigratori.

Da parte sua, il sindaco Bussola ha aperto l’incontro spiegando perché il progetto della Combi vada sostenuto. Innanzitutto «perché il lavoro è una priorità» e se ci sono valori ambientali da salvaguardare «le due cose possono andare di pari passo e abbiamo cercato di unire le due esigenze, arrivando a un progetto ecosostenibile, a un ottimo compromesso». Partendo dalla considerazione che il terreno di Pra Barech non è agricolo ma un “ambito di trasformazione”, vale a dire che le norme urbanistiche prevedono un coefficiente di edificabilità per il quale in tutti questi anni i proprietari hanno pagato migliaia di euro di Imu. «Se si sarebbe voluto che su quel terreno pascolassero solo le caprette si sarebbe dovuta fare una variante e vincolarlo a verde». E del resto, già nel 2017, l’azienda aveva già prospettato le proprie necessità al Comune e l’allora sindaco, che era proprio Consonni, aveva promesso una variante per consentire che l’ampliamento andasse in porto.
Ora – ha proseguito Bussola, appoggiato da Simonetti e Piazza – è stato siglato un protocollo s’intesa con la Provincia che non è ancora un vero e proprio accordo di programma, il quale verrà in seguito e in quell’occasione si potrà entrare in una serie di dettagli. Si tratta, dunque, di un atto propedeutico che affianca la richiesta inoltrata alla Regione per partecipare a un bando che mette a disposizione fino a due milioni di euro a quei Comuni che avviano interventi infrastrutturali per lo sviluppo economico. In particolare, Ballabio spera di ottenere oltre 400mila euro necessari a coprire la metà dei 950mila previsti per l’allargamento di via per Morterone con tanto di marciapiede, mentre l’altra metà sarà coperta con la formula dello scomputo degli oneri di urbanizzazione legati proprio al progetto di ampliamento.

Fabio Mastroberardino (coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia) e Mauro Combi

E questo è già uno dei motivi elencati dal sindaco a difesa dell’intervento. Si aggiunge inoltre il versamento alla casse comunali da parte della Combi di altri 400mila euro (catalogati come “standard qualitativi”) e che saranno destinati alla realizzazione di parcheggi a Ballabio Superiore. E, ancora, oltre a scongiurare il trasferimento dell’azienda, l’ampliamento potrà portare alla creazione di altri quaranta posti di lavoro.
«La realtà – è stata la conclusione di Bussola – è che è stata fatta una polemica prematura e non escludo che in futuro si possa promuovere un’assemblea pubblica» che è una delle richieste avanzate dall’ex sindaca. Intervenuta subito dopo leggendo una “riflessione” nella quale ha precisato di avere stima per la famiglia Combi, ricordando come sia stata la sua amministrazione ad assegnare la benemerenza al fondatore dell’azienda, ma nel contempo sostenendo che «i politici non devono dipingere l’intervento come fosse il mulino bianco bensì verificare dettagliatamente i progetti» avanzando dubbi sulla ventilata delocalizzazione e anche sulle possibili nuove assunzioni «che l’azienda ha detto essere legate non all’ampliamento ma possibili solo se gli affari andranno bene» e interrogandosi infine sulla congruità dei 400mila euro «se non si conoscono ancora le reali dimensioni dell’intervento».

Resta ora da capire cosa succederà in municipio. Allo stato di fatto, sindaco Bussola può contare solo su sei voti sicuri. Dall’altra parte, Consonni è appoggiata da altri due consiglieri della maggioranza di “Nuovo Slancio”. Resta da vedere cosa intenda fare la minoranza di “Ballabio Futura” con i suoi quattro consiglieri per il momento alla finestra a guardare volare gli stracci nel gruppo di governo.
Nel frattempo, tra l’altro, i lavoratori della “Combi” hanno inviato una lettera di sostegno al sindaco senza passare attraverso le organizzazioni sindacali tradizionali da tempo non rappresentati all’interno dell’azienda ballabiese, per quanto lo stesso Mauro Combi abbia garantito l’esistenza di rapporti sereni con i dipendenti, con i quali proprio sulla vicenda che sta tenendo banco in questo giorni è in atto un processo di coinvolgimento.
D.C.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.