Beccato in stazione centrale con dell'oro da rivendere, lecchese (pregiudicato) è assolto dopo 10 anni

Ha assistito alla propria sentenza di assoluzione in videocollegamento dalla casa di reclusione di Asti, dove è detenuto, Nasatti Massimo. Lecchese classe 1974, già implicato nel processo Metastasi (al termine del quale gli era stata comminata una pena di 9 anni e 9 mesi di reclusione) e con altri precedenti tra cui furto e rapina, questa volta veniva accusato dalla Procura della Repubblica Lecco di ricettazione.
Oggi attendeva le conclusioni, dopo aver optato lo scorso autunno per il rito abbreviato.
Il fascicolo che, per citare il difensore di fiducia Marcello Perillo “ha fatto il giro del mondo”, è partito da Milano, quando l'odierno imputato nel 2012 era stato fermato in stazione centrale con 150 grammi di gioielli d'oro da rivendere (per un valore fra gli 8 e i 15.000 euro).
Nelle aule di giustizia del Tribunale meneghino la contestazione a lui mossa era la violazione della legge speciale sul commercio dell'oro del 2000, poi riqualificata in sede di condanna in ricettazione.
Con questo secondo capo d'imputazione il processo era stato riavviato a Milano – dopo una tappa a Roma per il ricorso proposto e vinto dall'avvocato Perillo – ma poi trasferito per competenza nel palazzo di giustizia cittadino.
A fronte della richiesta di condanna proposta oggi dal Vpo Mattia Mascaro per un mese di reclusione, il difensore ha avanzato due ordini di motivi per cui il proprio assistito dovesse andare assolto: da una parte l'avvenuta prescrizione del reato contestato - secondo i calcoli del legale a gennaio di quest'anno - e dall'altra la nullità del capo d'imputazione per assenza del reato presupposto alla ricettazione. Non sarebbe infatti mai emerso di quale delitto fosse provente l'oro sequestrato al Nasatti.
“Assolto perchè il fatto non sussiste” è stata la sentenza del giudice Gianluca Piantadosi.
F.F.
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