Malgrate: accusati di 'stalking' dalla vicina si difendono. 'I fatti non sono veri'

Il Tribunale di Lecco
“Lei mi diceva disonesta, io le rispondevo cretina”. Tutto qui. Questa la linea difensiva tenuta quest'oggi in Tribunale a Lecco da una malgratese, classe 1970, chiamata a rispondere, con un conoscente di qualche anno più giovane, a vario titolo, dei reati di “stalking” e lesioni personali nei confronti di una anziana vicina di casa. L'imputata, assistita dall'avvocato Paolo Rivetti, nella mattinata odierna accomodandosi al microfono, al cospetto del giudice in ruolo monocratico Paolo Salvatore, ha tentato di allontanare da sé ogni addebito sostenendo dunque di non aver mai picchiato la dirimpettaia, di non aver mai chiamato l'ambulanza o i carabinieri per “fare un dispetto” alla 75enne, di non aver mai staccato la corrente dell'appartamento della controparte e di non averla mai minacciata di morte, limitandosi, per l'appunto ad un reciproco scambio di epiteti nell'ambito di rapporti comunque resi “tesi” dal comportamento dell'altra. “Ogni giorno era un continuo” ha asserito la donna, tornando con la memoria agli anni in cui hanno convissuto “sotto le stesso tetto” all'interno di un condominio popolare di Malgrate. Invalida al 60%, sostenuta dal reddito di cittadinanza, l'imputata ha tentato anche di fornire una versione differente dell'episodio di “scontro” con la denunciante – costituitasi parte civile e oggi rappresentata dall'avvocato Pietro Monti – a cui avrebbe assistito anche un'altra signora, già sentita in una precedente udienza del processo, non sapendo spiegarsi invece come abbia fatto un maresciallo della caserma di Valmadrera a sostenere che ci fosse lei dietro le telefonate “lanciate” al numero dell'Arma per chiedere – inutilmente – per conto della vicina, l'intervento di una pattuglia. Stesso copione per l'esame sostenuto dal co-imputato, classe 1977, anch'egli assistito dall'avvocato Paolo Rivetti. “I fatti non sono veri” ha detto l'uomo in riferimento alle accuse mosse nei suoi confronti dalla 75enne. “Anche io ho sporto più denunce contro di lei” ha altresì dichiarato, aggiungendo un laconico “la signora non è a posto di testa”. Pur ammettendo di avere precedenti per furti e simili, il 45enne ha negato di aver usato violenza contro l'anziana (“non ho mai toccato una donna in vita mia”), di averle fatte dispetti o di aver visto la sua coimputata strattonare l'anziana, limitandosi a confermare delle “litigate tra vicine”. Ha parlato invece di insulti e comportamenti irrispettosi - “entrava in casa se la porta non era chiusa” e “origliava dietro la porta” - a carico della querelante.
Sentite una assistente sociale del comune di Malgrate e un'altra condomina, il processo è stato aggiornato al prossimo 19 luglio per il completamento dell'istruttoria e dunque per escutere altri residenti in buoni rapporti con gli imputati, citati dalla difesa.
A.M.
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