Valgreghentino: 80enne a processo, avrebbe 'sparato' all'indirizzo di un vicino di casa

L'ennesima “bega” tra vicini di casa è approdata quest'oggi in Tribunale a Lecco. La particolarità del fascicolo all'attenzione del giudice Giulia Barazzetta è però l'accusa mossa nei confronto di una “vivace” pensionata, classe 1942, con casa a Valgreghentino. La donna, seconda la denuncia sporta da un “dirimpettaio” - costituito parte civile per il tramite dell'avvocato Manoela Stucchi e escusso quest'oggi come testimone – il 21 gennaio 2020 avrebbe esploso (con una pistola risultata poi essere una scacciacani) un colpo all'indirizzo dell'uomo e dei manovali di un'impresa edile che, per conto di un altro residente della via, stavano posando una recinzione a ridosso della proprietà della sorella dell'imputata.
Stando alla versione degli “accusatori” - oggi è stato sentito anche l'operaio presente in posto – l'anziana avrebbe dapprima “sostenuto” il cognato che avrebbe proferito alcuni insulti nei confronti del vicino e dei muratori, minacciandoli anche con la stampella con cui si aiuta a camminare, salvo poi abbattere uno dei paletti appena posizionati. Poi si sarebbe spostata sul retro dell'abitazione della sorella per prendere la pistola. Avrebbe dunque puntato l'arma al loro indirizzo e “fatto fuoco” ad altezza uomo, intimando di fermarsi “altrimenti avrebbe sparato di nuovo”. Il tutto perché a suo dire la nuova recinzione avrebbe “invaso” una proprietà della congiunta.
Minaccia, violenza privata e esercizio arbitrario delle proprie ragioni le accuse mosse nei confronti della signora, assistita dall'avvocato Nadia Invernizzi. Rendendo esame la stessa – con la sua versione poi confermata anche dalla sorella – ha però tratteggiato in maniera assai diversa i fatti del 21 gennaio, negando di aver fatto cadere intenzionalmente il paletto poi rovinato a terra (a cui si sarebbe solo appoggiata) e soprattutto negando di aver premuto il grilletto con la pistola rivolta al denunciante. A suo dire, avrebbe sparato dalla stalla dove per proteggere conigli e galline da faine e gatti tiene una delle scacciacani che “colleziona”, a gran distanza dunque dagli operai e da quel vicino con il quale anche in passato aveva avuto problemi, tanto da trascinarlo in giudizio per altra causa (chiusasi con la condanna dell'uomo da parte del giudice di pace).
“Ho sentito il colpo in lontananza. Non mi sono preoccupata, succede spesso. Lei non è l'unica che spara ai gatti” ha sostenuto la sorella dell'imputata. Il 3 ottobre il completamento dell'istruttoria.
A.M.
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