Colico: in ss36 senza patente rischiò l'incidente con un agente, a processo

Viaggiava senza la patente di guida (che gli era stata sospesa qualche giorno prima) l'autotrasportatore a processo per “violenza privata” per un episodio risalente dal 16 ottobre 2019. E' quanto emerso quest'oggi in Aula dall'escussione di due operatori della Polstrada di Bellano chiamati a testimoniare nell'ambito di un procedimento che vede quale persona offesa – costituitasi parte civile per il tramite dell'avvocato Giulia Consonni – un loro collega. Quest'ultimo infatti, libero dal servizio, al volante della propria vettura, la sera del 16 ottobre 2019, avrebbe rischiato – come ha già avuto modo di raccontare in una precedente udienza - di finire fuoristrada per effetto delle manovre messe in atto da un trattore stradale condotto dall'imputato – Franco T., classe 1983 di Peglio – lungo la ss36, arrivando poi allo scontro verbale con l'uomo in una piazzola della superstrada. Ad accomodarsi al banco dei testimoni, nella mattinata odierna, sono stati l'agente di pattuglia quella sera e l'operatore della centrale. Il primo ha ricordato come, ricevuta la segnalazione, abbia raggiunto la motrice che procedeva in direzione Lecco, bloccandola 25 chilometri più a sud rispetto al punto indicato da collega. Scendendo dal mezzo, il camionista – in lacrime - si sarebbe subito scusato, asserendo di essere diretto verso l'ospedale di Como dove a suo dire era stato trasferito in elicottero suo figlio dal presidio di Gravedona. Proprio perché di fretta non aveva con sé la patente. False entrambe le circostanze. Come confermato anche dal secondo poliziotto sentito, i successivi accertamenti, avrebbero escluso il ricovero del bambino e hanno permesso di appurare come l'uomo non avesse il titolo abilitativo alla guida perché ritiratogli qualche giorno prima. Rimandata invece ad un video estratto dalle telecamere di videosorveglianza disposte lungo la ss36 – recuperato dall'avvocato Consonni -  la "cristallizazione" di quanto accorso tra il camionista e la persona offesa, vero nocciolo del processo. Si torna in Aula per il proseguo dell'istruttoria il 4 ottobre quando anche Franco T. - assistito dagli avvocati Michele Cervati e Laura Redaelli – avrà modo di raccontare la propria versione dell'accaduto.
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