Lecco: in ospedale minacciò la vittima di un pestaggio, rimedia un'altra condanna

L'ospedale Manzoni
Era già balzato agli onori delle cronache per aver messo a segno nel 2019 una rapina a mano armata alla sala slot Eurodollaro di Barzanò: oggi una nuova sentenza di condanna è stata emessa dal Tribunale di Lecco a carico di Fabio Molteni, 56enne di Costa Masnaga.
Andrà quindi a pesare sul suo casellario giudiziale la pena di 9 mesi di reclusione decisa dal giudice Giulia Barazzetta per i reati di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato e favoreggiamento personale. Secondo la Procura lecchese, infatti, l'uomo avrebbe fatto pressioni su un suo conoscente mentre si trovava sul letto d’ospedale dopo aver subito un'aggressione.
Per spiegare la vicenda bisogna ritornare alla notte del 1° novembre 2016, quando nei pressi di un paninaro a Molteno (lungo la ss36) un 55enne di Bulgiago fu pestato da un compaesano utilizzando una spranga di metallo.
Con una frattura al braccio, contusioni su tutto il corpo ed una profonda ferita alla testa, il bulciaghese fu ricoverato presso il Manzoni di Lecco per essere sottoposto ad un intervento chirurgico. L'indomani avrebbe ricevuto una visita dall'odierno imputato, il quale, poco velatamente avrebbe chiesto all'aggredito di ritirare la denuncia pure in cambio di denaro: “è di una famiglia pericolosa, se esci da qui te la faccio pagare” sarebbero state le sue parole.
Oggi, dichiarata chiusa l'istruttoria, le parti sono state invitate a esporre le proprie conclusioni: un anno di reclusione per il Vpo Mattia Mascaro – in aula a rappresentare la pubblica accusa - mentre assoluzione “perché il fatto non costituisce reato” da parte del difensore.
“Camminiamo sul filo del rasoio” ha commentato l'avvocato Edoardo Fumagalli del foro di Lecco, secondo cui la condotta del proprio assistito si trovi al limite del mero avvertimento, più che delle vera e propria minaccia. Per di più la stessa persona offesa, chiamata a testimoniare lo scorso gennaio in questo procedimento, ha più volte dichiarato davanti al giudice di non ricordare nulla dei fatti in contestazione”.
Anche l'ipotesi di favoreggiamento, secondo la tesi difensiva, sarebbe da escludere dato che le mire del Molteni non si sarebbero realizzate: le lesioni riportate dall'uomo e valutate in 35 giorni di prognosi hanno consentito infatti all'autorità giudiziaria di procedere d'ufficio ed assicurare il responsabile dell'aggressione alla giustizia.
F.F.
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