Lecco perduta/321: l'ex INAM con i cinque serbatoi d'acqua

Un “regno” di silenzio e di abbandono circonda l’ex INAM di via XI Febbraio, angolo via Cantarelli, nelle vicinanze dello stadio Rigamonti-Ceppi. L’inaugurazione ufficiale del complesso risale a domenica 23 ottobre 1960. Fu una cerimonia solenne edimportante per la città di Lecco, con l’intervento del Ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni, il comasco Lorenzo Spallino, impegnato in quel periodo anche a dare la spinta definitiva, come poi avvenne nel 1961, all’inizio dei lavori della costruzione della nuova sede delle poste e uffici finanziari di viale Dante, angolo via Cairoli. Era stata destinata a tale importante struttura l’area ottenuta dalla demolizione dell’antica trattoria della Pesa, con negozi e attività varie come il fruttivendolo del Cecchin, il barbiere Odille e anche uno degli ultimi maniscalchi della città. Il Ministro Spallino rimase, purtroppo, vittima di un incidente stradale mortale sulle strade comasche il 27 maggio 1962.


La sede ex INAM vista da via XI Febbraio e via Cantarelli

Molte personalità giunsero a Lecco quella mattina dell’ottobre 1960, fra le quali il direttore generale dell’INAM, avv. Virgilio Savoini: erano presenti, oltre al prefetto di Como Giacinto Guida, le autorità lecchesi con il sindaco Angelo Bonaiti, il senatore Piero Amigoni, il presidente della Provincia di Como, il lecchese Aldo Rossi, assessori e consiglieri comunali, esponenti del mondo economico, di associazioni di categoria e di sindacati. La cerimonia ebbe inizio con un breve intervento del presidente provinciale INAM di Como, Pasquale Valsecchi, lecchese di Acquate, che sarà senatore della Repubblica e che è ricordato con una targa sulla scalinata del suo quartiere nativo, dove avviò giovanissimo la militanza politica ancora nel Partito Popolare di don Luigi Sturzo.



I lavori del nuovo palazzo erano iniziati nell’ottobre 1958 per dotare la città e il territorio di un poliambulatorio INAM più attrezzato e spazioso rispetto alla sede ormai insufficiente di corso Martiri. Il progetto era dell’architetto Giuseppe Iori di Milano, e la direzione lavori dell’ufficio tecnico della sede centrale INAM in Roma. L’edificio era ritenuto una struttura di avanguardia, dotato di sale mediche specialistiche per un vasto territorio che si allargava sino a Colico, a tutta la Valsassina e anche alla Brianza lecchese e ai Comuni della sponda lariana.
Particolare curioso della cerimonia inaugurale: venne indicato come una grande novità il fatto che il nuovo edificio fosse attrezzato di cinque serbatoi della portata d’acqua di mille litri ciascuno, destinati a riserva di emergenza sufficiente per due giorni a tutto il complesso assistenziale nel caso di mancata erogazione idrica.



Cosa è successo nei decenni successivi intorno al palazzo INAM inaugurato nell’autunno 1960, sarebbe troppo lungo da ricordare. Passiamo a tempi più recenti, all’inizio del secolo corrente. Nel 2008 venne data per sicura nell’ex INAM la sede della Prefettura di Lecco, già in corso Promessi Sposi. Tramontato il progetto si fece avanti il Comune, dichiarandosi disponibile, a determinate condizioni, a subentrare “nel palazzo bloccato da un decennio, per arricchire la città di una rinnovata struttura da destinare alla pubblica istruzione per le scuole superiori”. Il Consiglio Comunale di Lecco, affrontando tutti i problemi relativi alla pubblica istruzione nella complessa articolazione cittadina, approvò un ordine del giorno, maggioranza e minoranza d’accordo, per il sostegno a tale operazione. Ma, come si vede, tutto rimase come prima.
Vi sarà prossimamente un nuovo capitolo di una vicenda tormentata e ricca di sorprese?
A.B.
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