Laorca: il pubblico delle grandi occasioni al teatrino per 'Le Bontempone'

C’è ancora un richiamo popolare per i piccoli teatri amatoriali di periferia? Domanda più che legittima, dopo anche l’avvenuta “batosta” verificatisi negli ultimi due anni di interruzione dell’attività per il dilagare della pandemia da Covid 19? La risposta che viene dalla serata svoltasi al teatrino San Giuseppe dell’oratorio del quartiere Laorca è senz’altro positiva. Il pubblico delle grandi occasioni ha riempito la sala, obbligando gli organizzatori a contenere l’afflusso per ragioni evidenti di sicurezza, soprattutto sanitaria.



Di nuovo alla ribalta, dopo due anni di sospensione forzata dell’attività, il gruppo delle Bontempone, formazione tutta al femminile anche quando deve interpretare ruoli maschili. Così è stato anche sabato sera, vigilia della Festa della Mamma, quando la compagnia è tornata sul palcoscenico di casa, primo “teatrino” nel lontano 1995, quando venne costituita. C’era allora una struttura nuova e rifatta, dopo i lavori del 1992 voluti dal compianto parroco don Angelo Galbusera.




Quella sera lontana del debutto si respirava un’aria che sembrava d’altri tempi per un teatro genuino e popolare, che affondava le radici nelle tradizioni locali. Un teatro “lontano” da quelli con i gioielli e le pellicce, dai palchi vellutati e i tappeti rossi, dalle lampade giganti. Un teatro che diventava di popolo nel portare sul palco protagonisti e personaggi della vita di ogni giorno, quelli che gli spettatori incontravano nel negozio della spesa, al bar, sui marciapiedi della città, al mercato settimanale, e altro ancora.



Sabato sera, a Laorca, le Bontempone hanno ripreso un cammino che tutti si augurano lungo e fecondo. Hanno rappresentato, tra scroscianti applausi più volte a scena aperta, la commedia in due atti di Camillo Vittici “E vissero per sempre felici e cornuti”. Vi saranno delle repliche in altri teatrini della provincia, secondo un programma che verrà reso noto quanto prima, ma c’è la promessa di tornare presto a Laorca, tra gli applausi e i compimenti del pubblico di casa per mantenere viva un’anima di teatro che merita di essere conservata e valutata anche nell’era nuova della TV digitale.
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