Lecco: alla scoperta di Casa Agliati e Villa Sangregorio con la Filarmonica Giuseppe Verdi

La visita a due edifici storici del quartiere di San Giovanni è stata tra le iniziative proposte nell’ambito della “PrimaVera Festa” di Rancio che nell’edizione di quest’anno si è appunto allargata al rione vicino. Palazzo (o, meglio, Casa) Agliati e Villa Sangregorio sono state le tappe di un piccolo percorso guidato organizzato dalla Filarmonica Giuseppe Verdi che è la banda di San Giovanni oggi presieduta dal musicologo Angelo Rusconi e diretta dal maestro Mauro Bernasconi.
Con la banda ha collaborato il Fai lecchese. A guidare i visitatori particolarmente numerosi sono stati, oltre allo stesso Rusconi, Francesco D’Alessio e Umberto Calvi che hanno raccontato l’uno gli aspetti storici e l’altro quelli architettonici e artistici dei due edifici. Ad accogliere i gruppi, la musica della banda che ha ormai più di duecento anni – fu infatti costituita nel 1809 e che aveva proprio il cortile di Casa Agliati come luogo delle primissime esibizioni.

Casa Agliati in origine era Invernizzi. Fu infatti un mercante di Ballabio che a metà del Settecento decide di costruire una casa nel paese di San Giovanni dove dal 1749 era parroco il parroco Antonio, il quale avrebbe poi abitato con la famiglia e non nella vecchia canonica oggi scomparsa. Quel ramo degli Invernizzi si è ormai estinto - l’ultima esponente fu Paola Invernizzi che utilizzò il patrimonio di famiglia per molte iniziative di beneficenza e che morì nel 1822.

Dopo un breve passaggio intermedio, l’edificio passò quindi agli Agliati e successivamente agli attuali proprietari. Non si trattava certo di un palazzo di rappresentanza ma di una semplice casa di abitazione, per quanto di una famiglia certamente benestante e con alcune ricercatezze architettoniche. L’edificio è ancora utilizzato come abitazione.

Villa Sangregorio ha visto numerosi passaggi di proprietà dal primo Giuseppe Crotta nel Seicento fino alla famiglia Sangregorio e all’attuale che è la “Nostra Famiglia” che l’ha trasformata in casa di riposo per anziani. Ora affacciata sulla strada, un tempo era praticamente isolata in quella zona chiamata Cavalesine (o Cavalesino), circondata da campi e in posizione dominante. Mantiene ancora una parte del giardino e di particolare interessi sono le decorazioni dei soffitti interni, in particolare quello del salone principale con il trmpe-l’oeil di una finta balconata aperta su un lussureggiante giardino ed è pittura che richiama affreschi dell’antica Roma.

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All’interno dell’Otolab di via Mazzucconi a Rancio erano invece esposte alcune fotografie di Giancarlo Airoldi e Angelo Pirovano, mentre la vecchia mensa di quella che fu la Metallurgica Rusconi, ha ospitato gli interventi artistici di Giuseppe Villa dal titolo “Siamo nati [in un giardino (polveroso)] in salita” dedicati in particolare al Monte San Martino passando dalla paura (dopo la frana del febbraio 1969) alla protezione (con l’attenzione rivolta al vallo paramassi) e infine al “proseguire” guardando alla natura che inevitabilmente torna e tornerà sempre a prendere il sopravvento.
D.C.
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