Calolzio: il 25 Aprile torna ad essere 'partecipato'. Ghezzi: 'L'Europa deve lavorare per la pace'

Dopo due anni di restrizioni, dovute alla pandemia, il Comune di Calolziocorte è tornato a festeggiare in forma colare, con possibilità di partecipazione allargata all’intera cittadinanza oltre che ai rappresentanti delle associazioni, senza limitazioni, la festa della Liberazione.

Dopo la celebrazione liturgica presso la chiesa arcipresbiterale si è rivisto quest’oggi, il corteo capeggiato dal Tricolore e dal Premiato Corpo Musicale “Giuseppe Verdi”  alla presenza di Alpini e membri dall’Associazione Nazionale deiccarabinieri, dall’Associazione nazionale Marinai d'Italia nonchè di delegati dei sodalizi cittadini come Anpi, Avis, Aido, Acli, Pro Loco e Volontari del Soccorso.

Per celebrare il 25 Aprile il serpentone si è snodato di cippo in cippo, fino ad arrivare al monumento ai Caduti di tutte le guerre. Durante questa “processione laica” la banda e il coro Ana dell’Adda hanno suonato e cantato diversi brani, tra cui “33”, “La leggenda del Piave” e “Il Testamento del Capitano”.

“Oggi siamo chiamati a ricordare quelle donne e quegli uomini che hanno lottato per la libertà di ognuno di noi. Tra questi possiamo certamente ricordare Giuseppe Ripamonti, deportato a Mauthausen, Renzo Attilio Galli, della brigata Rosselli, fucilato insieme ai compagni a Barzio. Ricordiamo coloro che hanno rischiato la vita per la libertà, come don Achille Bolis e Marcello Colombo hanno lottato contro gli orrori nazifascisti, affinché ognuno di noi oggi possa vivere libero in una Repubblica democratica” ha detto Manuela Valsecchi, in rappresentanza dell’ANPI. “Pensiamo anche a Pino Galbani, arrestato durante lo sciopero del 7 marzo 1944, deportato a Mauthausen,  insieme ad una ventina di compagni, dei quali fecero ritorno a casa solo in sette. Tuttavia ancora oggi il Mondo è dilaniato da diversi conflitti, come in Etiopia, Yemen, Libano, Sudan, Colombia, Palestina e molti altri ancora. Facciamo nostri allora queste idee di pace e democrazia, ben esposte dal compianto David Maria Sassoli alla commemorazione dei martiri fucilati a Ciberno, tra cui quattro lecchesi”.

Infine è intervenuto il sindaco di Calolziocorte, Marco Ghezzi, citando da subito l’Ucraina. “Sembra impossibile pensare che dopo questa terribile pandemia sia arrivata una guerra così orribile. Oggi, qui in questo luogo, ricordiamo con gratitudine chi si sacrificò per la libertà, e per tutti coloro che continuano a lottare non in un lontano e sperduto Paese al di fuori del mondo, ma qui, qui alle porte dell'Europa. Dobbiamo essere capaci di dialogare con le vittime e con gli aggressori, senza ricorrere alla violenza e ad un inutile riarmo, dobbiamo farlo per i fragili, per gli indifesi, che sono le vere vittime della guerra, di ogni conflitto. L’Europa deve lavorare per la pace, dialogando con entrambi gli opponenti, vincendo l'odio e facendo capire che con la guerra è la gente comune a perdere sempre”.

La cerimonia è terminata in musica.
F.R.
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