La camminata dell'Aido con 6 gruppi lecchesi per sensibilizzare sul tema della donazione

Prima edizione della camminata Aido questa mattina lungo le rive del lago di Garlate in occasione della giornata nazionale della donazione di organi.
Sei i gruppi comunali che si sono uniti per dare vita a questo evento solidale: Lecco, Calolzio, Garlate, Pescate, Olginate-Valgreghentino e Vercurago.
L'obiettivo è stato quello di sensibilizzare i cittadini del territorio sul tema della donazione.

Sei le postazioni allestite lungo il periplo del lago, tre con ristoro, dove è stato distribuito materiale informativo con la possibilità di iscrizione al sodalizio.

I punti di partenza per percorrere i 18 chilometri della camminata, nei due sensi di marcia, sono stati di dislocati a Olginate, Garlate, Vercurago, al lavello di Calolziocorte, alle Torrette di Pescate e a Rivabella di Lecco.

Tre euro il costo simbolico per prendere parte alla marcia, a passo lento oppure di corsa, chiaramente anche con possibilità di partecipazione degli amici quattro zampe, grazie alla collaborazione del Gruppo Cinofilo Lecchese.

Il tempo avverso ha purtroppo frenato le presenze ma un centinaio di irriducibili non ha voluto mancare.

"Abbiamo voluto fare qualcosa in più rispetto al gazebo in piazza. Spiace un po' per il meteo, ma ci rifaremo presto. Siamo stati lungo la pista ciclopedonale così da essere risultati più visibili anche a chi normalmente magari non frequenta i centri dei paesi e delle città ma corre o fa sport lungo le sponde del lago" ha commentato Giuseppe Larosa presidente gruppo comunale Aido Lecco.

L'associazione conta 3150 iscritti a Lecco. C'è però una carenza di partecipazione attiva nel gruppo: c'è bisogno di nuovi volontari che possano aiutare nell'organizzazione degli eventi e nella
promozione del sodalizio. Attualmente i volontari sul comune di Lecco sono solo una decina. Aido Lecco é quindi alla ricerca di giovani che credano nei valori dell'associazione e che possano
supportare i veterani.

Dal 2016 Lecco ha attivato "Scelta in comune", ovvero la possibilità di dare il parere sulla disponibilità alla donazione durante il rinnovo della carta di identità. "In anagrafe spesso la gente dà un diniego ma non è consapevole, solo perchè non conosce la situazione che vive chi è in attesa di trapianto. Non avere questa conoscenza, porta la gente a dire
no, non voglio dare il consenso alla donazione. Serve maggiore informazione e consapevolezza. In questo la scuola ci aiuta molto, perchè i ragazzi reagiscono molto bene e poi vanno a casa e ne parlano in famiglia".

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Quando una persona si trova in lista di attesa vive una condizione di mera sopravvivenza. Dopo il trapianto può tornare ad avere una esistenza normale, sotto ogni punto di vista. Sono circa 8500 le persone che annualmente hanno bisogno di trapianto, la gran parte sottoposte a dialisi e con patologie renali. Seguono patologie legate a cuore, polmoni e fegato.
Con un fegato sano è ad esempio possibile salvare due persone, un adulto ed un bambino, perchè sezionabile.

 

Presente all'iniziativa odierna anche Sarajeva Villa, mamma di Alex Crippa, deceduto quattro anni fa in un incidente, che ha acconsentito al grande gesto di generosità di dare speranza ad altre persone.
"Io vado a testimoniare per l'Aido perchè perchè quando è successo Alex non era donatore ma aveva sempre dichiarato che avrebbe voluto aiutare gli altri. Così quando è morto abbiamo deciso di donare i suoi organi spontaneamente. In un momento di dolore abbiamo voluto dare amore e speranza a chi non la aveva. Quando vado nelle scuole dico sempre dico sempre che abbiamo fatto la scelta col cuore perchè ha dato poi un senso a quello che era successo, fare del bene in un momento di dolore aiuta anche a superare la perdita. Ho conosciuto tante storie di chi ha ricevuto organi, io ho perso, ma anche per coloro che ricevono il cammino è lungo. Donare è il gesto d'amore più grande che si possa fare verso una persona. Ai ragazzi dico sempre che se non prendono la decisione di aderire all'associazione, è comunque importante che ne parlino a casa con i genitori, confrontandosi e discutendone. Io ho perso ma ho donato amore, e questo amore mi sta tornando indietro, sono orgogliosa di quello che sto facendo perchè vedo che le persone ascoltano e capiscono il gesto che abbiamo fatto. Ho trovato ragazzi molto decisi e altri un po' titubanti, ma è normale. Quando si dona bisogna solo pensare che c'è qualcuno che ha davvero necessità, così facendo si dà una possibilità sia fisicamente che umanamente".

A.G.
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