Lecco: rapina con ferimento in volto in treno, 24enne a processo. Identificato da una croce
Al 24enne Andrei Cosmin Cojocariu, difeso d'ufficio dall'avvocato Luca Marsigli del foro di Lecco, viene infatti contestato di aver sottratto una decina di euro ed il telefono cellulare ad un senza fissa dimora di nazionalità marocchina (oggi irreperibile), ferendolo anche in pieno volto.
Una visione d'insieme di ciò che sarebbe accaduto il 13 ottobre 2018 su un treno partito dalla stazione di Lecco in direzione Porta Garibaldi a Milano è stata offerta in aula dal viceispettore Emanuele Panaccione, all'epoca in servizio presso la squadra investigativa del commissariato di Monza. La sua attività in particolare si era concentrata sull'identificazione di quattro soggetti, segnalati dalla Polfer come autori di una prima presunta aggressione avvenuta subito dopo la partenza da Lecco ed una seconda che si sarebbe tenuta all'arrivo del convoglio nella stazione ferroviaria di Monza.
Non potendo affidarsi le divise alle immagini di videosorveglianza, piuttosto confuse, sarebbero invece state determinanti per le indagini le testimonianze: in particolare uno dei presenti avrebbe riconosciuto uno degli aggressori, minorenne, che avrebbe fatto da comparsa in un video di una baby gang su youtube. Solo pochi giorni più tardi la polizia ferroviaria avrebbe fermato il minore in stazione a Lecco, accompagnato dall'odierno imputato. I due sarebbero stati raggiunti poco più tardi da una ragazza per recarsi a Seveso dal fidanzato di lei. Così i presunti autori della rapina sarebbero stati identificati, “incastrati” anche dai tabulati telefonici, che vedevano le loro utenze agganciare le celle lecchesi e quelle di Monza il 13 ottobre di quattro anni fa rispettivamente all'orario di partenza e di arrivo del treno.
Mai indagata per concorso nel reato la ragazza, ha invece patteggiato in fase di udienza preliminare il fidanzato, lasciando così il solo ad affrontare il dibattimento il 24enne, riconosciuto peraltro dagli inquirenti grazie ad un particolare tatuaggio a forma di croce sotto l'occhio, già visibile dai filmati di videosorveglianza.
Quest'oggi sono stati sentiti dal collegio giudicante (composto dal presidente Salvatore Catalano a latere dei colleghi Giulia Barazzetta e Gianluca Piantadosi) anche tre passeggeri saliti alla stazione di Arcore che hanno parzialmente assistito ai fatti: “a due minuti dall'arrivo a Monza ho visto due persone spingersi: erano alle nostre spalle e si rincorrevano facendo su e giù dalle scale dell'atrio del vagone. Uno dei due, che poi è rimasto a terra, aveva il viso coperto di sangue e sembrava avesse il naso rotto” ha raccontato la prima teste, che ha anche riconosciuto nell'odierno imputato (presente in aula) “l'inseguitore”.
“Io i volti li ho completamente rimossi, ma ricordo che continuavamo a spostarci perchè in tre continuavano ad inseguirsi sulla carrozza. Uno di loro ha anche detto ad un mio amico “Io lo ammazzo” riferendosi all'uomo insanguinato” ha raccontato un'altra tesimone rispondendo alle domande del sostituto procuratore Chiara Di Francesco, aggiungendo di aver visto la persona ferita impugnare un qualcosa che poteva sembrare un bisturi.
Sono quindi attese le testimonianze a discarico dell'imputato, previste per il prossimo autunno, che potrebbero delineare una versione completamente diversa della vicenda rispetto a quella sostenuta dalla pubblica accusa.
F.F.