Olginate: 10 ragazzi in Oratorio giorno e notte, una settimana di 'vita comunitaria'

Condivisione, amicizia, ascolto e apertura agli altri. Questi i valori alla base dell'esperienza che hanno vissuto in questa Settimana Santa dieci ragazzi di Olginate e Valgreghentino all'Oratorio San Giuseppe, che per loro è letteralmente diventato casa. Dalla scorsa domenica e fino a ieri, sabato 16 aprile, i giovanissimi si sono infatti "trasferiti" nella struttura di via don Gnocchi per sette giorni di vita comunitaria, una proposta non del tutto nuova nelle realtà parrocchiali della nostra Diocesi ma mai tentata prima a Olginate e nei paesi limitrofi.


Il gruppo con don Andrea e i due amici ospiti della serata di mercoledì
(la prima ragazza in piedi a destra e il terzo ragazzo da sinistra); seduto al centro il volontario Michele Motta

Preparati i bagagli e "arredato" l'Oratorio con le brandine per la notte, il gruppo ha quindi preso "residenza" negli spazi al secondo piano, trasformando tre stanze in altrettante camere da letto e un locale in una sorta di sala studio, per poi occupare l'ambiente principale con un grande tavolo per i pranzi e le cene in compagnia, preparati nella cucina interna. E per la doccia? Nessun problema, a disposizione gli spogliatoi solitamente in uso al Gruppo Sportivo, a ridosso del campo da calcio recentemente rinnovato.




"L'idea era quella di vivere seguendo i ritmi di ogni giorno: i ragazzi sono andati normalmente a scuola o in università, impegnando il loro tempo con le consuete attività, poi invece di tornare a casa venivano qui, condividendo le ore libere con gli altri" ci ha spiegato il coadiutore don Andrea Mellera, in Oratorio insieme ai ragazzi - la più piccola di 17 anni e il più grande di 26, ma principalmente della fascia d'età 20-22 - e al volontario "tuttofare" Michele Motta.



"Al mattino la sveglia suonava molto presto, perchè innanzitutto ci attendeva un momento di preghiera" ci ha raccontato invece Beatrice Tavola, la più giovane del gruppo, studentessa all'Istituto Lorenzo Rota di Calolzio. "È stata un'esperienza bellissima, che ci ha arricchito e ci ha fatto divertire, anche perchè siamo tutti amici e non potevamo che essere contenti di stare insieme in Oratorio. Naturalmente ci sono stati anche alcuni momenti più "seri", di confronto e riflessione sulla nostra vita e sul nostro rapporto con Dio: a inizio settimana, per esempio, abbiamo discusso sul tema del silenzio, poi da giovedì abbiamo partecipato alle funzioni del triduo pasquale. Fosse per noi saremmo stati lì sempre, tutti insieme".



Almeno a un rapido sguardo, nella serata in cui siamo stati accolti nella struttura parrocchiale per una breve visita, effettivamente tutto ha funzionato alla meraviglia all'Oratorio San Giuseppe, dove ognuno ha avuto il proprio compito esattamente come in una grande famiglia, tra momenti di svago e altri di maggior impegno. Sempre benvoluti anche gli ospiti, a partire dal parroco don Matteo Gignoli e da altri amici della comunità invitati per una merenda o una cena in compagnia. L'esperienza, insomma, ha avuto tutte le caratteristiche per essere ripetuta presto, eventualmente anche con altri giovani.




"In questi giorni ho visto davvero tanto entusiasmo" ha commentato don Andrea, non senza un pizzico di emozione. "Ma oltre a questo ho notato il sincero desiderio dei ragazzi di ascoltare le esigenze di tutti e di fare il possibile per soddisfarle, cercando soprattutto di far combaciare i propri impegni per stare insieme e condividere tutti i momenti liberi. Questa convivenza, inoltre, ha assunto un significato ancora più importante in questa Settimana Santa, che per noi fedeli è sempre particolarmente intensa. Vissuta in questo modo, anche con la partecipazione corale ai momenti di preghiera in Chiesa, lo è stata ancora di più. E certamente questi ragazzi possono rappresentare un bellissimo esempio per tanti" ha concluso il sacerdote.
B.P.
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