Lecco: si è insediato il nuovo Prefetto, la viabilità la prima 'emergenza' da affrontare

Il Prefetto Sergio Pomponio
Il successore di Castrese De Rosa si è insediato: ha preso servizio il dottor Sergio Pomponio, Prefetto di prima nomina, dettosi “onorato di venire a lavorare a Lecco quale prima sede”. Una affermazione non di circostanza ma motivata dalle sfide uniche nel loro genere che attendono la città ed il territorio a cominciare all'agognato (e temuto) avvio dei lavori finanziati nell'ambito delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 che avranno quale obiettivo il miglioramento della situazione viabilistica impattando però – nel mentre, per il tempo di cantierizzazione delle opere – non poco sulla “vivibilità” in senso lato della provincia. “La Prefettura ci sarà, dovremo essere in grado di intercettare tutte le richieste. Ci aspetta molto impegno, però è una prospettazione che, seppur di medio periodo, molto entusiasmante” ha sostenuto il nuovo numero unico, facendo riferimento anche ad ulteriori interventi etichettati come di “protezione civile” - con riferimento alla messa in sicurezza del territorio - necessari per tamponare quelle che ha definito le emergenze del lecchese, sulle quali – ha aggiunto – è ben più difficile fare “prevenzione” rispetto al terzo tema in relazione al quale, a stretto giro, si confronterà con i sindaci ovvero la criminalità. Citato – a titolo d'esempio – il problema dei furti in abitazione tipico di una provincia come la nostra e “tornato in auge nella Brianza, con numeri abbastanza fastidiosi che richiedono un segnale di grande attenzione, pur nella ciclicità del fenomeno. Se non è imprevisto – ha specificato il dottor Pomponio – è prevedibile e se è prevedibile si può fare prevenzione”. Quarto punto al centro dell'agenda – di strettissima attualità – quello dell'accoglienza, con particolare attenzione ai cittadini ucraini. Questi i macro argomenti di competenza prefettizia sui quali si instaurerà un confronto diretto con le amministrazioni locali, oltre che ovviamente con le forze di polizia, considerate “di famiglia” in Prefettura.
Già martedì, dopo essersi presentato al Presidente della Provincia e al Sindaco di Lecco, il dottor Pomponio ha convocato – virtualmente – tutti i primi cittadini per un intervento di saluto, auspicando poi di rivederli – di persona – in incontri più ristretti, a livello d'ambito – iniziando così a tessere relazioni. Avendo già lavorato in Lombardia – vent'anni dei suoi trent'anni di servizio nell'Istituzione li ha trascorsi a Bergamo, per poi passare a Lodi, Venezia (dove si è avvicendato con la dottoressa Laura Motolese, ora sua vice a Lecco) e Pavia prima di approdare a Parma – il nuovo Prefetto ritiene infatti che la caratteristica più peculiare della nostra Regione non sia tanto o solo il suo essere operosa e a rischio - tra virgolette – perché “ricca” e dunque attrattiva per i malintenzionati ma anche e soprattutto la vivacità del suo tessuto politico, originata dal numero elevato di comuni che crea un continuo contatto con l'ente Prefettura. Insomma, in altre parole, quel marasma di interlocutori, ciascuno con le proprie istanze, che generano molti contatti e sono “un grande stimolo per noi: ci impediscono di fermarci ad essere soddisfatti dei risultati ottenuti, sono stimolo continuo per progredire”.
Avellinese d'origine, cicloamatore – motivo per cui conosceva già le criticità delle strade lecchesi – e animato da diverse passioni e interessi, il dottor Pomponio, auspica di portare, con le proprie caratteristiche umane e professionali, “novità utili al confronto generale”, nella “consapevolezza di subentrare a colleghi di grande qualità e spessore”. Ad accoglierlo funzionari “splendidi”, già riusciti in pochi giorni a introdurlo nella realtà lecchese che a poco a poco ora imparerà a conoscere di persona. Voglia di fare e vivo entusiasmo, sembrano non mancargli.
A.M.
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