Consonno: 'rane sparite per una decisione senza logica'. Ma il comitato non s'arrende

Forse sono in pochi a saperlo, eppure a Olginate è operativo un Comitato dal nome "Salviamo le Rane". Nato ormai cinque anni fa, si è presentato in forma "ufficiale" solo quest'oggi, con i promotori che hanno colto l'occasione per fare il punto sull'impegno portato avanti in autonomia per provare a dare una possibilità di sopravvivenza agli esemplari di Rana Temporaria - specie tutelata dalla Legge Regionale n° 10 del 31 marzo 2008 - che in primavera sono (o meglio, erano) soliti occupare una vecchia fontana nel borgo abbandonato di Consonno per la riproduzione, offrendo uno spettacolo naturale di rara bellezza.



Il problema - tuttora senza una soluzione, a causa di una "decisione miope e arrogante" della proprietà dell'ex "paese dei balocchi" - è sorto nel 2016, quando una manomissione dello scarico della vasca durante l'estate, da parte di ignoti, ha lasciato senza acqua i numerosissimi girini presenti, determinandone la morte e il conseguente fallimento della riproduzione.
"Negli anni successivi il mancato ripristino della saracinesca ha ulteriormente peggiorato la situazione, con il risultato che le rane sono praticamente sparite: ora come ora se ne vedono circa 50, ogni tanto, contro le 500 e più di poco tempo fa" ha spiegato Luciano Redaelli, promotore del Comitato insieme all'ex sindaco di Olginate Italo Bruseghini, nonchè agli amici Mario Dell'Oro e Pierluigi Cattaneo. "Insieme ad altri volontari ci siamo proposti più volte di effettuare personalmente la pulizia della vasca, ormai abbandonata e piena di rifiuti, ma non è stato possibile, anche perchè nessuno degli enti che abbiamo interpellato - Comune, Provincia, Comunità Montana e Regione - ha dimostrato attenzione al problema".


Italo Bruseghini, Luciano Redaelli e Mario Dell'Oro

La svolta sembrava essere arrivata nei mesi scorsi, grazie al Parco del Curone con il presidente Marco Molgora, che grazie all'intervento dell'agronomo Giorgio Buizza, collaboratore dell'Immobiliare Consonno, ha trovato una possibile soluzione presentando un progetto, con finanziamento regionale garantito, per la creazione di uno stagno artificiale all'interno di un'area umida, fuori dal perimetro della zona urbanistica del borgo.
"Si trattava di uno spiazzo di 100 metri quadrati, nulla in confronto ai 60.000 che la proprietà dovrebbe cedere gratuitamente per destinarli a parco pubblico qualora dovesse promuovere un intervento di recupero di Consonno" ha proseguito Redaelli. "Eppure non c'è stato niente da fare: l'Immobiliare non ha voluto firmare la convenzione necessaria, con il risultato che i fondi stanziati da Palazzo Pirelli per il progetto dello stagno sono finiti altrove ed è saltato tutto. Crediamo sia stata una decisione immotivata, miope ed egoista, fuori da ogni logica di sostenibilità e attenzione all'ambiente. Purtroppo il danno è stato fatto, ma da parte nostra non vogliamo arrenderci. Se ci fosse anche solo una possibilità di intervenire per rimediare, saremmo pronti a fare tutto il necessario per percorrerla, con il nostro impegno di semplici volontari. Ma qualcuno, una volta per tutte, dovrebbe ascoltarci".
B.P.
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