Malgrate: due amici a giudizio per stalking e lesioni alla vicina


Una convivenza fra vicini di casa decisamente difficile, finita da Malgrate....sino al tribunale di Lecco dove quest'oggi, al cospetto del giudice in ruolo monocratico Paolo Salvatore, la vicenda è stata sviscerata in molti dei suoi aspetti.
Imputati due quarantenni: una donna che abitava nella palazzina scenario delle liti e un suo amico, che pur non risiedendovi ufficialmente, in quella zona era solito trascorrere parecchio tempo. Entrambi sono chiamati a rispondere - a vario titolo - di stalking e lesioni personali nei confronti di una malgratese classe 1947. Sono proprio le sue denunce-querele, presentate ai carabinieri per fatti avvenuti fra il 2017 e il 2018, a comporre il fascicolo d'indagine che ha dato origine al procedimento penale di cui stamani è stata celebrata un'udienza.
Parecchio lunga e a tratti confusa la testimonianza della presunta vittima, costituitasi parte civile tramite l'avvocato Tania De Fazio, che ha ripercorso i momenti più difficili della convivenza con la vicina, parecchio più giovane e originaria come lei di una regione del Sud. Dopo un iniziale rapporto amichevole, la situazione sarebbe degenerata con continui dispetti che - a detta della 75enne - la dirimpettaia e l'amico avrebbero messo in atto ai suoi danni.
Dal danneggiamento delle sue piante, alla rottura dei vasi scagliati contro la parte dell'abitazione di un'altra vicina, sino al pallone scagliato a più riprese contro le sue finestre. E poi ancora gli insulti, le minacce di morte e le lesioni; la donna ha infatti riferito che in più di un'occasione l'imputata l'avrebbe aggredita, stringendole il braccio o prendendola a pugni sul capo, tanto da costringerla ad un ricovero ospedaliero. Per non parlare dalla corrente elettrica che i due - difesi dall'avvocato Paolo Rivetti - le avrebbero staccato in più di un'occasione.
''E' impossibile ricordare tutto: ogni giorno succedeva qualcosa'' ha detto la parte civile, ricordando lo stato di paura nel quale era precipitata, tanto da costringerla spesso a chiedere aiuto ad altre persone per entrare in casa propria. ''Dicevano che rubavo, che ero una poco di buono...che volevo buttarmi dal balcone. Non era così'' ha continuato la donna nella sua deposizione, che il giudice Salvatore e il vice procuratore Mattia Mascaro hanno avuto più di un problema a decifrare, stante la mole di vicende riferite con un po' di confusione dalla donna.
A riempire l'udienza odierna anche la testimonianza di un'altra vicina di casa - che ha smorzato le accuse nei confronti dei due imputati riferendo di un rapporto teso che la parte lesa aveva instaurato anche con altri condomini - e quella di un'amica della querelante. Quest'ultima ha raccontato di aver assistito ad alcuni atteggiamenti poco simpatici nei confronti della 75enne, presa in giro in più occasioni da giovani (non meglio identificati) che risiedevano nella sua stessa palazzina.
Un quadro che probabilmente potrà essere meglio delineato il prossimo 11 maggio quando l'istruttoria dibattimentale proseguirà con la testimonianza di testi di parte civile e della difesa, lasciando spazio - se ci sarà tempo - alla discussione finale.
G.C.
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