Olginate: importunò i clienti di un bar, chiesti 15 giorni di condanna
15 giorni per quanto attiene la violenza privata, non doversi procedere per gli altri capi d'imputazione: è la pena richiesta dal Vpo Mattia Mascaro nei confronti di una 52enne italiana, oggi imputata in Tribunale a Lecco per il reato previsto dall'art 610 del codice penale ma anche per lesioni personali colpose e volontarie, minacce e percosse.
La donna nell'autunno del 2016 si sarebbe più volte scagliata contro gli avventori di un bar di Olginate, dove fra spintoni, insulti e minacce avrebbe a più riprese seminato il panico, aizzando anche il proprio cane.
“Erano circa le 11 di sera, ero con l'auto in sosta davanti al bar con le quattro frecce attivate mentre aspettavo che si liberasse un parcheggio sotto casa mia” ha raccontato una delle persone offese, chiamata oggi a testimoniare in chiusura di istruttoria. “Quando ho visto una donna con un cane avvicinarsi e guardare sotto la mia macchina, così le ho chiesto se stava cercando qualcosa e se mi dovessi spostare”. Dopo essersi sentita rispondere in malo modo, sarebbero anche iniziati a piovere gli insulti: “mi ha dato della “troia” e ha iniziato a picchiare sul vetro, voleva aprire la portiera. “Ti ammazzo” mi ha anche detto. Ero molto spaventata perchè in auto c'era anche mio figlio”.
Terminata l'escussione della teste, il giudice Giulia Barazzetta ha invitato le parti a concludere, salvo poi rinviare al 2 maggio prossimo unicamente per la discussione della difesa (rappresentata dall'avvocato Raffaele Rigamonti, oggi sostituito dalla collega Marilena Guglielmana) e la sentenza.
Intervenuta la remissione di querela per tutti gli altri capi di imputazione, il vice procuratore onorario ha quindi chiesto la condanna per la sola violenza privata (unico illecito fra quelli contestati perseguibile d'ufficio).
La donna nell'autunno del 2016 si sarebbe più volte scagliata contro gli avventori di un bar di Olginate, dove fra spintoni, insulti e minacce avrebbe a più riprese seminato il panico, aizzando anche il proprio cane.
“Erano circa le 11 di sera, ero con l'auto in sosta davanti al bar con le quattro frecce attivate mentre aspettavo che si liberasse un parcheggio sotto casa mia” ha raccontato una delle persone offese, chiamata oggi a testimoniare in chiusura di istruttoria. “Quando ho visto una donna con un cane avvicinarsi e guardare sotto la mia macchina, così le ho chiesto se stava cercando qualcosa e se mi dovessi spostare”. Dopo essersi sentita rispondere in malo modo, sarebbero anche iniziati a piovere gli insulti: “mi ha dato della “troia” e ha iniziato a picchiare sul vetro, voleva aprire la portiera. “Ti ammazzo” mi ha anche detto. Ero molto spaventata perchè in auto c'era anche mio figlio”.
Terminata l'escussione della teste, il giudice Giulia Barazzetta ha invitato le parti a concludere, salvo poi rinviare al 2 maggio prossimo unicamente per la discussione della difesa (rappresentata dall'avvocato Raffaele Rigamonti, oggi sostituito dalla collega Marilena Guglielmana) e la sentenza.
Intervenuta la remissione di querela per tutti gli altri capi di imputazione, il vice procuratore onorario ha quindi chiesto la condanna per la sola violenza privata (unico illecito fra quelli contestati perseguibile d'ufficio).
F.F.