Ballabio: 140 anni per la Galbani, la sua storia in una mostra

È stata inaugurata ieri pomeriggio al cinema Arcadia di Melzo, in via Martiri della Libertà, la mostra “Galbani, l’archivio ritrovato: dal Bel Paese a Carosello”, che resterà aperta sino al prossimo 25 aprile con ingresso libero. La rassegna coincide con i 140 anni dell’azienda nata a Ballabio, in Valsassina, nel 1882 per iniziativa di Egidio Galbani, trasferita poi a Melzo all'inizio del Novecento e tuttora attiva all’interno del gruppo Lactalis Italia.
La mostra è stata realizzata grazie al recupero di tutto l’archivio storico interno, con migliaia di fotografie e di diapositive, faldoni di documenti, video, cartelloni e manifesti vari. Un materiale eccezionale che ha consentito al curatore Andrea Tomasetig di allestire un centinaio di esemplari originali, suddivisi in sezioni che rappresentano uno spaccato di vita tra industria, costume e pubblicità.


La pubblicità de "il Bel Paese" nei primi anni del Novecento

Nel cammino plurisecolare dell’azienda spicca la produzione de “il Bel Paese”, il formaggio che prendeva tale denominazione dal libro più famoso dell’abate geologo lecchese Antonio Stoppani. Prodotto per la prima volta nel 1906, in coincidenza con l’esposizione universale di Milano, è stato un autentico successo anche a livello internazionale, e si richiamava nella denominazione ai racconti serali del nonno che spiegava ai nipotini le bellezze geografiche della nostra penisola. Sulle confezioni del formaggio spiccava lo stivale dell’Italia e la figura severa, ma familiare, dell’abate nato a Lecco nella vecchia piazza del Mercato, ora piazza XX Settembre. Il nome fu sicuramente determinato dalla popolarità raggiunta dal libro che tallonava nelle statistiche editoriali del tempo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, il Cuore di Edmondo De Amicis, il Pinocchio di Collodi e le Avventure di Salgari.


La cappella di famiglia Galbani nel vecchio cimitero di Ballabio Inferiore

Cosa rimane oggi a Ballabio, dove la Galbani è sorta, a ricordo di un cammino così importante e significativo, non solo nell’economia ma nella storia della nazione italiana? Questa la domanda rivolta a Sergio Locatelli, storico comandante della Polizia Locale per tanti anni, ora in congedo. “Prima di tutto - ha raccontato - c'è la casa Galbani in via Mazzini: è ancora l’edificio dove ha abitato il fondatore e dove, nei sotterranei, si trovano le prime casere di stagionatura del formaggio; è frequentata nella stagione estiva, ma anche in altri periodi dell’anno, da discendenti Galbani. La comunità municipale, poi, ricorda Egidio con una via intitolata alla sua memoria, tra via Volta e la strada provinciale per la Valsassina. Nel vecchio cimitero di Ballabio Inferiore c’è anche la cappella dove è sepolto il signor Egidio con diversi suoi discendenti e parenti”.


Casa Galbani

Nella rassegna di Melzo è più volte ricordato anche il regista scrittore Mario Soldati, che nei primi anni della giovanissima RAI realizzò un programma a puntate alla scoperta de “Il Bel Paese”, che era appunto la penisola italiana. Soldati arrivò anche nel lecchese, forte di una popolarità televisiva che gli era stata data da trasmissioni alla ricerca di angoli suggestivi dell’Italia e di un viaggio lungo la valle del Po: scopo della sua presenza a Valmadrera, in particolare, era un servizio sul Sasso di Preguda, notoriamente legato alla figura di Antonio Stoppani; con i tecnici RAI raggiunse la località Scimirone, accompagnato dallo storico Achille Dell’Oro, allertato dal sindaco Ezio Rota. All’inizio del sentiero verso Preguda, Soldati disse: “Troppo in alto, facciamo salire gli operatori che sono giovani”. Un residente della località, Luigi Rusconi, fece da guida, mentre Mario Soldati si fermò a Valmadrera.
Si spera ora di recuperare nell’archivio ritrovato della Galbani il filmato dedicato al Bel Paese, passando dal Sasso di Preguda.
A.B.
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