Vercurago: con le ACLI si discute del ruolo dei laici nella Chiesa. Ospite il giornalista Campoleoni

Alberto Campoleoni
È stato Alberto Campoleoni, giornalista professionista e scrittore esperto di temi educativi ed ecclesiali, l'ospite delle Acli di Calolzio, Garlate, Olginate e Pescate, che nella serata di ieri hanno organizzato una serata presso l’oratorio di Vercurago per discutere del ruolo dei laici nella Chiesa di oggi. Alla presenza di una folta assemblea l’autore è stato presentato dal presidente del circolo di Calolzio Paolo Autelitano: "L’idea di questo incontro è nata dal profondo desiderio di poter riprendere a pieno regime la formazione e il dialogo tra i nostri associati, affinché il nostro essere cristiani sia vera testimonianza nel territorio che ci circonda, come laici responsabili e formati".
“Dopo due anni di pandemia è finalmente arrivato il momento di ricominciare a ricreare legami e relazioni tra di noi e il nostro territorio. Da soli non si riesce a far niente, dobbiamo riuscire a tornare gruppo” ha detto Giuseppe Elia, presidente provinciale delle Acli.
La parola è così passata all'ospite di serata Alberto Campoleoni, che ha presentato le tematiche presenti nel suo libro "Un nuovo passo: appunti sulla corresponsabilità nella Chiesa". "Oggigiorno riflettere sulla Chiesa è prima di tutto un dovere di lealtà a quel Credo che ognuno di noi pronuncia a Messa, come processo dinamico e di relazione costante e quotidiana con Dio. In secondo luogo deve essere dono di amore con Dio e con il suo Popolo".
Il suo libro è diviso fondamentalmente in quattro capitoli. Il primo parla di “Un cambiamento d’epoca”, da un'espressione di Papa Francesco che si riferisce a quelle trasformazioni del Mondo che interessano la Chiesa e le dinamiche della Fede. "Oggigiorno ci poniamo tre differenti domande: chi è l’uomo, cosa vuol dire essere umani e cosa vuol dire Dio" ha spiegato Campoleoni. "In quest’epoca, infatti, l’uomo è alla ricerca delle proprie radici, e in un certo qual modo anche della propria idea di Dio. Mi domando se in questa società dove la percezione particolare della singolarità, che sfocia in solitudine, sia ancora necessario vivere la Chiesa, la comunità dei credenti. Il Cristiano deve relazionarsi. Questo è il messaggio evangelico, Gesù si rapporta con noi e noi con Lui. Dobbiamo dimostrare che è bello stare insieme, vivere da veri cristiani. Occorre infine anche una conversione pastorale nella direzione della corresponsabilità tra laici e clericali, fidandosi gli uni degli altri e viceversa".


In piedi Paolo Autelitano

Spazio poi alla "lezione della pandemia". "Abbiamo assistito alla chiusura delle chiese per motivi sanitari, ci ricordiamo tutti di quella veglia pasquale in cui il Papa si trovava da solo con la Croce in una piazza San Pietro deserta" ha proseguito il giornalista. "Non dobbiamo pensare che la Chiesa sia scomparsa, ma semplicemente si è manifestata in modo diverso, portando alla luce una sorprendente energia creativa: l’Essenzialità della Fede. Da questa colossale novità si possono ottenere diversi risultati, come il ricollocamento della figura del sacerdote come colui che si occupa solo del Ministero e il senso di una vera e propria comunità laicale. L’esperienza della pandemia ci può portare a un vero e proprio rinnovamento della Chiesa".
E ancora: "Cattolico italiano, cosa pensi? Questa frase, dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini, mi ha particolarmente colpito perché penso che ormai sia superata: dovevamo rifletterci prima, soprattutto perché il cattolico italiano è abituato a non pensare. L’unica cosa che mi viene in mente è che è necessaria una conversione autentica e una rinnovata presa di responsabilità prevalentemente laicale" ha concluso Campoleoni, illustrando l'ultima parte del suo lavoro. "Basta preti (o no?): quest'altra frase provocatoria vuole sottolineare come sia indispensabile la presenza dei laici nella Chiesa moderna, senza dimenticare la presenza dei sacerdoti nel dono dell’Eucarestia. Seguendo magari quell’idea della prospettiva di liberazione proposta dal teologo Leo Boff. Dobbiamo rovesciare il concetto rigido e verticistico di Chiesa, in favore di un rapporto di corresponsabilità tra clero e laici. Rimanendo così in linea con quello che era il desiderio del Concilio Vaticano II".
F.R.
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