Colico: 3 anni e mezzo la condanna per il maldestro furto in abitazione in via Villatico

La Stazione Carabinieri di Colico
L'arresto più "chiacchierato" dell'ultimo periodo è approdato quest'oggi in Tribunale, dopo il differimento dell'udienza prevista già per ieri in mancanza dell'interprete necessaria per interloquire con il fermato. I Carabinieri della Stazione di Colico nella mattinata odierna hanno tradotto al cospetto del giudice Paolo Salvatore il giovane cileno, classe 1991, "beccato" martedì mattina mentre, con un complice poi dileguatosi, si allontanava da una villetta di via Villatico violata in assenza del proprietario.
A far scalpore, più che il gesto in sé, la diffusione di indiscrezioni circa una fuga armata per le vie del paese, poi smentite dal sindaco e dalla forze dell'ordine, precisando come le uniche pistole fossero quelle dei Carabinieri intervenuti, anche in borghese, per acciuffare i ladri, colti sul fatto da alcuni residenti.
Ad essere presa di mira è stata l'abitazione di un anziano. L'uomo, uscendo, si sarebbe imbattuto in due soggetti che gli avrebbero chiesto informazioni su come raggiungere il civico successivo, riconoscendo poi uno dei due proprio nell'arrestato. Facile ipotizzare dunque che, lasciato allontanare il proprietario di casa, la coppia sia entrata in azione, con tracce di effrazione notate su una porta e una finestra. Ad allertare i Carabinieri sarebbero stati i vicini, riusciti a contattare telefonicamente anche l'anziano, poi colto da un leggero malore dopo aver appurato l'effettiva violazione del suo "nido".
Breve la fuga dei due intrusi, uno acciuffato a circa 300 metri dall'abitazione. L'altro sparito. Schiaccianti le prove della colpevolezza dell'arrestato. Oltre al riconoscimento da parte dei testimoni, lo incastra anche un video estratto dalle telecamere di sicurezza. Egli, incensurato ma con diversi alias utilizzati durante altri controlli, è stato inoltre trovato in possesso di un gioiellino di cristallo e due orologi sottratti dall'abitazione "visitata", uno dei quali con inciso il nome del legittimo proprietario. Oggi in Aula la Procura, nella persona del vpo Pietro Bassi, ha chiesto dapprima la convalida dell'arresto e l'applicazione degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Su invito del giudice, si è poi passati alla discussione. In abbreviato il PM ha proposto una condanna pari a 2 anni, 2 mesi e 22 giorni di reclusione. Più pesante la pena finale irrogata al 31enne: 3 anni e 6 mesi.
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