In viaggio a tempo indeterminato/224: la Bulgaria... oltre la copertina

Non importa se fa caldo o freddo.
Non importa se c’è un altro evento in città.
Non importa se si presentano in 5 o 50.
Ogni domenica sera alle 17.00, nella piazza davanti al teatro di Sofia, si balla.
Ci si prende per mano a formare una lunga linea.
Un tamburo a tenere il ritmo e una cassa da cui esce musica tradizionale.
I piedi si muovono veloci. Le facce sono concentrate.
E più la linea si allunga, più il ritmo si fa incalzante.
Questo è l’“horo” un’antica danza tradizionale bulgara.
La si balla durante le feste o nelle piazze, indossando vestiti colorati o un paio di jeans.
E non c’è un’età per ballarla. Giovani e anziani si tengono per mano trasportati dalla musica.
Ci ho provato anche io in una fredda serata a Sofia e devo ammettere che è stata un’impresa piuttosto complicata.
La sequenza di passi da ricordare non è poi tanto complessa ma la rapidità con cui vanno eseguiti a messo a dura prova le mie scarsissime doti di ballerina.
Ballare però è stato divertente e devo ammettere anche rilassante.
Concentrarsi sui passi mi ha fatto dimenticare tutto e per quei frenetici minuti ero lì, presente e concentrata.

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“Serve ad attivare le diverse parti del nostro corpo. Ogni ballo ha una funzione specifica.”
Mi dice un signore dall’aspetto elegante che deve aver notato il mio essere impacciata.
In passato queste danze avevano però anche un’altra funzione.
Erano utilizzate durante il corteggiamento per mostrare il proprio interesse.
Durante le danze nella piazza principale del villaggio, se un uomo e una donna si fissavano significava che si piacevano e si sarebbero poi sposati.
E mentre tenevo per mano i miei compagni di danza, per un attimo ho provato ad immaginare cosa fosse vivere a quei tempi.
Senza radio, televisione o internet.
Con dei passi di danza e degli sguardi per conoscersi anziché i social media.
Non lo so, ma mi è sembrato tutto così tremendamente romantico e poetico.



Devo essere sincera, non mi aspettavo che la Bulgaria mi avrebbe fatto fare questo piacevole viaggio nel tempo.
E’ proprio vero che se parti con poche aspettative e con la voglia di conoscere e scoprire, difficilmente resterai deluso.
Ma la cosa che secondo me conta di più, quando si decide di visitare un Paese, è la curiosità.
A me quella decisamente non manca e anche Paolo ne ha una buona dose.
E devo ammettere che il nostro curiosare ci ha sempre portato a scoprire cose molto interessanti.
In Bulgaria, ad esempio, appena arrivati ho iniziato a notare che alcune persone indossavano un braccialetto bianco e rosso.
Sembrava una casualità finché non mi sono resa conto che quei fili di due colori qualcuno li portava anche appuntati sulla giacca.
Ma è quando sono comparsi anche appesi ai rami degli alberi che mi son detta “ci deve essere qualcosa dietro”.
E allora ho fatto una ricerca e scoperto una tradizione meravigliosa, quella della “martiniza”.
Dal IX secolo in poi in Bulgaria, la prima settimana di marzo, ci si scambia questo talismano bicolore.
Il significato dietro è davvero particolare.



In passato la maggior parte dei soldati partiva per la guerra nel mese di marzo. Le mogli, preoccupate per la sorte dei loro mariti, erano solite realizzare dei piccoli talismani di colore rosso e bianco.
Il colore rosso rappresentava il sangue dei guerrieri che non volevano vedere versato.
Il bianco, invece, simboleggiava il pallore del viso per la preoccupazione di non veder tornare a casa sano e salvo il proprio amato.
Oggi, ovviamente, le martenize hanno un significato diverso.
Vengono scambiate come dono a Baba Marta, “papà marte” il dio della guerra e della primavera.
Gli si chiede di essere benevolo e di far terminare in fretta l’inverno.
La marteniza viene così indossata al polso o sugli abiti sul lato sinistro, dove c'è il cuore, fino a quando si vede il primo segno dell'arrivo della primavera che può essere una cicogna, una rondine o un albero in fiore. Comunque non oltre il 1º aprile.
La parte più bella, però, deve ancora venire.
Le martenize, oggi, sono fondamentalmente un talismano per la buona salute e la lunga vita; dove il rosso simboleggia le guance rosse della buona salute e il bianco i capelli bianchi e la vecchiaia.
Una volta che la primavera è arrivata, le martenize si tolgono e si appendono su un albero, o si mettono sotto una pietra, esprimendo un desiderio.
Danzare in una piazza tenendosi per mano e indossare un braccialetto per far arrivare prima la primavera.
Quante tradizioni meravigliose si possono scoprire se solo si decide di andare un po’ più a fondo.
E anche un Paese sottovalutato e turisticamente poco considerato come la Bulgaria, si trasforma improvvisamente in una meta da scoprire.
Ecco, per me la Bulgaria è come un libro acquistato per caso al mercatino dell’usato.
Ha la copertina un po’ scolorita e non attira subito l’attenzione.
Ma se decidi di dargli una possibilità e ti metti a leggerlo, ti ritrovi in una storia romantica e affascinante, una storia d’altri tempi.
Angela e Paolo
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