Il CAG esempio di pessima gestione della cosa pubblica: ennesimo autogol del centrosinistra

Marco Ghezzi
Prima di mettersi alla testiera per stilare un comunicato fondato su informazioni sbagliate, sbirciate su qualche social, i consiglieri di Cittadini Uniti avrebbero dovuto ricordarsi che circa due anni fa il Cag è stato temporaneamente chiuso (ma è intenzione di questa Amministrazione riaprirlo pur in un contesto diverso) perché i frequentatori del Centro, già da parecchi anni, si erano ridotti a poco più di una decina di ragazzi, nemmeno tutti di Calolzio, e perché non c’era più una figura in grado di gestire questo servizio, dopo che il dipendente comunale, che se ne era sempre occupato, aveva dovuto passare ad altro incarico.
Prima di esprimere giudizi fuori luogo sarebbe stato anche utile per gli stessi consiglieri fare una visita in loco per rendersi conto di persona delle “condizioni” in cui si trovavano gli enormi saloni al piano interrato della scuola media a disposizione dei pochi utenti. Appare del tutto evidente che questo sopralluogo non è stato effettuato nemmeno nei cinque anni in cui gli stessi consiglieri erano al governo del Comune, altrimenti si sarebbero ben guardati dal produrre il comunicato in oggetto.
Il materiale messo all’asta è quello che residua dopo aver portato in discarica tutto ciò che non poteva essere riutilizzato (tanta roba) e aver distribuito alle varie scuole pubbliche del comprensivo il materiale richiesto (banchi, sedie, armadi, scaffali, sgabelli ecc). Altro materiale è stato poi portato nei magazzini del Comune. Tutto ciò che è stato messo in vendita è materiale usato, in molti casi non più funzionante o che necessita di restauro/riparazione, che potrebbe forse interessare qualche appassionato di vintage. Si tratta in molti casi di oggetti obsoleti, non più a norma. Chi li acquista in blocco partecipando al bando, come visti e piaciuti, si assume tutti i rischi del caso.
La decisione di liberare questi spazi nasce dall’esigenza di concentrare in un unico luogo tutti gli archivi del Comune (in particolare quello storico) e delle scuole, abbandonati per decenni un po’ dappertutto. In particolare si è dovuto trovare una diversa collocazione per l’archivio storico comunale, dopo aver verificato che la precedente Amministrazione aveva mal calcolato gli spazi necessari (ne servivano almeno il doppio) e installato un impianto antincendio già obsoleto e fuori norma prima ancora di essere messo in funzione. Ora, ovviamente, è stato smantellato, dopo che i calolziesi lo avevano pagato profumatamente. Avrei voluto evitare di fare polemiche su questa questione, ma vista la critica sterile e disinformata dei Cittadini Uniti, ho deciso di fare chiarezza su uno dei tanti esempi di pessima gestione della cosa pubblica ereditati.
Marco Ghezzi, sindaco di Calolzio
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