Lecco: 'guardia' davanti al giudice dopo la lite sull'autobus. In Aula visionati i filmati


Nuova udienza nell'ambito del procedimento penale a carico di G.I., il 50enne originario di Napoli finito davanti al giudice in ruolo monocratico Martina Beggio per la lite avvenuta a bordo di un bus di Linee Lecco dell’ottobre di tre anni fa, mentre faceva la spola fra i rioni di Rancio e Germanedo.
Stando a quanto sin qui è emerso, due guardie giurate dipendenti di un'impresa esterna che aveva firmato un contratto per la sicurezza con Linee Lecco, avrebbero fermato uno straniero di origini senegalesi. Non avendo timbrato il biglietto, l'utente era stato invitato a scendere.
Una richiesta dalla quale sarebbe nato un diverbio decisamente acceso, con il passeggero fatto scendere a forza dal bus e finito al centro di una colluttazione nella quale aveva riportato danni fisici giudicati guaribili in tre giorni dai medici dell’ospedale Manzoni. Una settimana invece, la prognosi di una delle due guardie giurate.
Con la remissione delle querele per le ipotesi di reato che lo rendevano possibile, lo straniero, M.D., assistito dall’avvocato Luca Marsigli, imputato per le ipotesi di reato di lesioni personali e calunnia, era uscito dal procedimento penale in fase di udienza preliminare, chiudendo così il capitolo giudiziario.
Per i due contendenti - ovvero i vigilanti - le cose erano andate diversamente, essendo imputati anche per il reato di violenza privata per il quale come noto si procede d’ufficio. Il primo, F.A., aveva chiesto e ottenuto dall’allora giudice preliminare Paolo Salvatore la messa alla prova. La decisione dell'altro invece, G.I., era stata quella di non adire a riti alternativi, con il conseguente rinvio a giudizio. Stamani in aula il giudice Beggio ha visionato, insieme all’imputato, all’avvocato Angelo Peccella del foro di Napoli (suo difensore), e al pubblico ministero d’udienza, il vpo Caterina Scarselli, le immagini delle telecamere installate sull’autobus, che avrebbero ripreso tutta la scena al centro del procedimento penale.
Un passaggio chiave: tra le varie ipotesi accusatorie a carico dei due vigilantes c’è anche quella di aver estratto un manganello e una pistola per convincere lo straniero a scendere dal pullman. Accuse che le guardie giurate hanno sempre respinto con forza: le immagini visionate in aula potrerbbero aver chiarito questo dettaglio.
La difesa ha prestato il consenso all'acquisizione dei verbali di sommarie informazioni testimoniali di tutte le persone citate dall’accusa (tranne la parte offesa e l'altra ''guardia'' che invece saranno sentiti in aula), i passeggeri presenti in quel momento sul bus, oltre ad una nota di servizio dell'Arma dei carabinieri. A questo punto il processo si avvia verso una veloce conclusione, prevista per l’udienza del prossimo 31 maggio, alle 14.30 del pomeriggio.
Una vicenda di cui si era parlato parecchio, stante anche la denuncia via social di chi aveva assistito all'accaduto perché presente in quel momento sull’autobus. Ne era scaturito un tam tam che presto si era spostato sugli organi di stampa, oltre che nelle aule del tribunale cittadino.
G.C.
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