Tutto si tiene! In sanità, ma non solo, micro e macro s'intrecciano!
A volte, nella vita di ognuno di noi, le situazioni quotidiane si intrecciano e rimandano a grandi questioni collettive a forte valenza sociale e civile.
Senza voler pretendere di considerare paradigmatiche le proprie, il condividerle può consentire di confrontarle con quelle degli altri e quindi in qualche modo poter contribuire, almeno potenzialmente, ad un giovamento collettivo.
Recentemente sono stato sottoposto ad una gastroscopia presso il reparto di Endoscopia digestiva di un ospedale pubblico lecchese apprezzandone personalmente il livello di professionalità, efficienza e al contempo di umanizzazione del rapporto tra medico/infermiere e assistito.
Dato che da sempre mi interessa utilizzare occasioni concrete, come questa, anche per conoscere e valutare il grado funzionalità complessiva dei Servizi Sanitari e Socio Sanitari, non ho potuto non scambiare con il gentile personale qualche spiccia considerazione. Nel complimentarmi non ho potuto non comunicar loro d'aver notato l'efficienza quasi frenetica nello svolgere in modo egregio il lavoro ricevendone, con un sorriso di ringraziamento, l'attestato di essere loro comunque già, a poche ore dall'inizio, in ritardo con la "tabella di marcia".
Ecco, mi sono detto, come un primario servizio alla Collettività sia sottoposto a ritmi che rischiano, nonostante gli sforzi del personale preposto, di snaturarne il livello qualitativo magari per ragioni organizzative e strutturali dettate più da logiche economiche restrittive che da genuine esigenze funzionali coerenti con i suoi costitutivi scopi sociali.
E da questo pormi alcuni brucianti interrogativi :
Come non pensare alle illazioni di molti che sostengono che questo "stress operativo" possa anche dipendere da programmazioni organizzative tese più o meno volontariamente anche a "favorire" in qualche modo il ricorso alternativo a strutture private o convenzionate ?
Come ad esempio valutare la risposta dell'assessore regionale Letizia Moratti che, ad una domanda posta da un giornalista di un quotidiano locale nel corso di una pur articolata intervista, considerava " non pensabile" applicare stipendi decisamente più alti (confrontandoli con quelli svizzeri ) ai nostri infermieri ?
O come valutare la sua perentoria affermazione "nessuno è mai rimasto senza assistenza sanitaria" quando personalmente ho sentito qualche giorno fa presso un ambulatorio medico locale una signora che sconsolatamente chiedeva ad un medico chi potesse prescrivergli una ricetta, visto che da due mesi non riusciva a capire chi lo dovesse fare dopo la decadenza del suo medico di base ?
E per la condizione dei medici di medicina generale come non vedere le loro varie "sofferenze" manifestate pubblicamente anche ieri a Milano ?
E chi spiegherà in modo semplice e comprensibile ai Cittadini (ancor prima che utenti) cosa sono o cosa dovrebbero essere le Case e gli Ospedali di Comunità previsti dall'ultima riforma regionale ? Ma soprattutto chi vigilerà sull'effettivo miglioramento che dovrebbe produrre la cosiddetta "Sanità più vicina al Territorio", presunta ispiratrice della stessa?
Ed allargando ulteriormente le valutazioni :
Come non pensare che invece di aumentare sensibilmente il bilancio della Sanità Pubblica a fronte di pluriennali tagli ora si scelga, in pochi giorni e alla faccia del chiaro orientamento degli italiani, di avallare aumenti miliardari per le spese militari, nonostante anche ben altre "emergenze" sociali, economiche ed ambientali ?
Come è possibile dimenticare d'un tratto che le priorità dovrebbero essere la lotta alle povertà e alle diseguaglianze acuite dalla pandemia ?
Come non pensare che occorra un cambiamento radicale delle " logiche" a tutti i livelli e, come dice apertamente papa Francesco, anche un "modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali" ?
Tutto si tiene, il micro e il macro s'intrecciano ineludibilmente.
Ecco perché occorrerà sempre cercare di misurare nel concreto della vita di ogni giorno, ben al di là dei roboanti pronunciamenti, l'effettività delle ricadute dei presunti piani migliorativi.
A ognuno far la propria parte.
Senza voler pretendere di considerare paradigmatiche le proprie, il condividerle può consentire di confrontarle con quelle degli altri e quindi in qualche modo poter contribuire, almeno potenzialmente, ad un giovamento collettivo.
Recentemente sono stato sottoposto ad una gastroscopia presso il reparto di Endoscopia digestiva di un ospedale pubblico lecchese apprezzandone personalmente il livello di professionalità, efficienza e al contempo di umanizzazione del rapporto tra medico/infermiere e assistito.
Dato che da sempre mi interessa utilizzare occasioni concrete, come questa, anche per conoscere e valutare il grado funzionalità complessiva dei Servizi Sanitari e Socio Sanitari, non ho potuto non scambiare con il gentile personale qualche spiccia considerazione. Nel complimentarmi non ho potuto non comunicar loro d'aver notato l'efficienza quasi frenetica nello svolgere in modo egregio il lavoro ricevendone, con un sorriso di ringraziamento, l'attestato di essere loro comunque già, a poche ore dall'inizio, in ritardo con la "tabella di marcia".
Ecco, mi sono detto, come un primario servizio alla Collettività sia sottoposto a ritmi che rischiano, nonostante gli sforzi del personale preposto, di snaturarne il livello qualitativo magari per ragioni organizzative e strutturali dettate più da logiche economiche restrittive che da genuine esigenze funzionali coerenti con i suoi costitutivi scopi sociali.
E da questo pormi alcuni brucianti interrogativi :
Come non pensare alle illazioni di molti che sostengono che questo "stress operativo" possa anche dipendere da programmazioni organizzative tese più o meno volontariamente anche a "favorire" in qualche modo il ricorso alternativo a strutture private o convenzionate ?
Come ad esempio valutare la risposta dell'assessore regionale Letizia Moratti che, ad una domanda posta da un giornalista di un quotidiano locale nel corso di una pur articolata intervista, considerava " non pensabile" applicare stipendi decisamente più alti (confrontandoli con quelli svizzeri ) ai nostri infermieri ?
O come valutare la sua perentoria affermazione "nessuno è mai rimasto senza assistenza sanitaria" quando personalmente ho sentito qualche giorno fa presso un ambulatorio medico locale una signora che sconsolatamente chiedeva ad un medico chi potesse prescrivergli una ricetta, visto che da due mesi non riusciva a capire chi lo dovesse fare dopo la decadenza del suo medico di base ?
E per la condizione dei medici di medicina generale come non vedere le loro varie "sofferenze" manifestate pubblicamente anche ieri a Milano ?
E chi spiegherà in modo semplice e comprensibile ai Cittadini (ancor prima che utenti) cosa sono o cosa dovrebbero essere le Case e gli Ospedali di Comunità previsti dall'ultima riforma regionale ? Ma soprattutto chi vigilerà sull'effettivo miglioramento che dovrebbe produrre la cosiddetta "Sanità più vicina al Territorio", presunta ispiratrice della stessa?
Ed allargando ulteriormente le valutazioni :
Come non pensare che invece di aumentare sensibilmente il bilancio della Sanità Pubblica a fronte di pluriennali tagli ora si scelga, in pochi giorni e alla faccia del chiaro orientamento degli italiani, di avallare aumenti miliardari per le spese militari, nonostante anche ben altre "emergenze" sociali, economiche ed ambientali ?
Come è possibile dimenticare d'un tratto che le priorità dovrebbero essere la lotta alle povertà e alle diseguaglianze acuite dalla pandemia ?
Come non pensare che occorra un cambiamento radicale delle " logiche" a tutti i livelli e, come dice apertamente papa Francesco, anche un "modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali" ?
Tutto si tiene, il micro e il macro s'intrecciano ineludibilmente.
Ecco perché occorrerà sempre cercare di misurare nel concreto della vita di ogni giorno, ben al di là dei roboanti pronunciamenti, l'effettività delle ricadute dei presunti piani migliorativi.
A ognuno far la propria parte.
Germano Bosisio