Lecco: il 118, pilastro fondamentale del sistema sanitario, compie trent'anni. Attività in costante aumento. Domenica la 'festa'

Il 118 compie trent'anni.  Il 27 marzo 1992, con Decreto del Presidente della Repubblica, veniva istituito il servizio di emergenza territoriale denominato appunto 118, numero unico a livello nazionale. Un numero scelto non a caso ma con richiamo all'articolo 118 della Costituzione in cui è citata la sussidiarietà orizzontale, vero punto di forza di un qualcosa nato poggiando sulla generosa spontaneità di chi, a livello locale, con le diverse organizzazioni già operava, per poi strutturarsi in un vero e proprio sistema “vincente”, come sottolineato dal sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, annunciando l'iniziativa che domenica,  in centro città, celebrerà l'importante traguardo.

Stefano Simonetti, Mauro Gattinoni, Mario Cerino e Fabrizio Mosca

Nelle tre piazze del salotto buono lecchese – Cermenati, XX Settembre e Garibaldi – dalle 10 alle 18 saranno allestite circa 15 postazioni informative in collaborazione con tutte le associazioni di soccorso del territorio: ANPAS (Croce Verde Bosisio, Soccorso Bellanese, Soccorso Centro Valsassina, Volontari del Soccorso Calolziocorte), Croce Rossa Italiana (Comitati di Colico, Casatenovo, del comprensorio lecchese Galbiate, Premana e Balisio, Lecco, Merate e Valmadrera), Rete Nazionale Misericordia e Solidarietà (Cooperativa sociale Lecco Soccorso, Croce Bianca Milano sezione Merate, Croce Bianca Milano sezione Merate delegazione Missaglia, Croce Bianca Milano sezione Besana Brianza delegazione Castello Brianza, Croce San Nicolò, Soccorso degli Alpini di Mandello del Lario) e Soccorso Alpino e Speleologico – XIX^ Delegazione Lariana.
Durante la giornata avranno luogo dimostrazioni delle manovre di rianimazione cardiopolmonare di base con defibrillatore e di disostruzione delle vie aeree, illustrazioni del servizio di Emergenza Urgenza e del corretto allertamento dei soccorsi con il 112 nonché la proiezione su maxischermo di disegni realizzati appositamente dai bambini delle scuole elementari e dell'infanzia. Proprio per coinvolgere i più piccoli, non mancheranno – oltre ai mezzi, idroambulanze incluse – anche attività a loro dedicate, con consegna finale di gadget.

I veri protagonisti saranno però gli operatori. In trent'anni migliaia di medici, infermieri, autisti e volontari impegnati hanno dato il massimo, con professionalità e impegno, per dare una risposta immediata alle persone in pericolo e in stato di bisogno: le iniziative per celebrare la ricorrenza rappresentano dunque anche un'occasione per ringraziare “i nostri eroi”, come gli ha chiamati il consigliere provinciale delegato alla Protezione Civile Stefano Simonetti, anche a nome della Presidente Alessandra Hofmann.

Il dr. Mario Cerino

“In trent'anni – ha sottolineato il dr. Mario Cerino, direttore dell'AAT 118 di Lecco – il 118 si è dimostrato pilastro del sistema sanitario nazionale che prima si attivava solo all'ingresso del paziente in pronto soccorso”.
“Siamo passati dal prendere una persona con un bisogno e portarla all'ospedale più vicino al prenderci cura già sul posto della persona e accompagnarla, sempre sotto cura, all'ospedale più giusto e idoneo” - ha aggiunto il coordinatore infermieristico dr. Fabrizio Mosca, memoria storica dell'articolazione lecchese del servizio, ripercorrendo sinteticamente anche le tappe successive a quel 27 marzo 1992 e dunque l'introduzione poi delle centrali operative (da noi nel 1999) e la successiva nascita di Areu, l'Agenzia regionale per l'emergenza urgenza con l'istituzione dunque di un sistema uniforme in tutte le province lombarde (che ha permesso, per esempio, nel periodo più buio della pandemia di “distaccare” nella bergamasca l'autoinfermieristica di stanza solitamente a Molteno). E poi ancora, la scelta di istituire centrali operative sovraprovinciali, liberando (preziose) risorse sanitarie da schierare sul campo e l'avvio dell'esperienza del numero unico per le emergenze – quel 112 che in Lombardia e in altre regioni ha sostituto il 118 – che ha permesso di ottimizzare ulteriormente le risorse, migliorando anche l'appropriatezza della risposta data dall'utenza.

Il dr. Fabrizio Mosca

Impressionanti i volumi. Le missioni (le uscite ciò, con magari più mezzi schierati) sono passate dalle 24.568 del 2008 alle 31.789 del 2021 con flessione soltanto nel 2020 per “colpa” del covid che ha paralizzato gli accessi agli ospedali non legati al virus stesso e l'attività legata all'incidentalità, crollata per effetto dei lockdown. Stesso discorso per il numero di persone soccorse: lo scorso anno sono state 27.700 circa, oltre 7 mila in più del 2008. “Chiamare l'ambulanza” al bisogno anziché mettersi in macchina alla volta del presidio più vicino è diventato ormai un (positivo) automatismo.
“Giallo” - di media gravità, dunque – il codice che oggi va per la maggiore, con i “verdi” e i “rossi” intorno al 18-20%, i primi diminuiti nel tempo, i secondi aumentati.

In trent'anni, poi cementata anche la collaborazione tra figure professionali diverse schierate fianco a fianco. “Ciò grazie alla formazione continua che ci permette di garantire un servizio di qualità, uniforme – come detto – su tutto il territorio”. Il vero scoglio, per l'emergenza-urgenza – come pure per altre specializzazioni mediche, si pensi alla medicina di base o all'anestesia-rianimazione – ora è il reclutare camici bianchi – o meglio “giubbe gialle” - per superare il turn over, velocizzato dallo sfiancamento provocato dal Covid. “L'attività di emergenza piace ancora ma non si possono avere medici destinati solo a quello. L'integrazione emergenza territoriale e lavoro in ospedale deve essere l'obiettivo verso cui tendere” ha spiegato il dr. Cerino, con riferimento alla formazione di colleghi “specializzati” in 118 a cui offrire però la possibilità di alternare servizi “in esterna” con servizi in reparto. Questa una delle prossime sfide. Ora però è il momento della festa. Appuntamento a domenica.
A.M.
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