Lecco: tavola rotonda virtuale sui disturbi alimentari con OPL ed esperti del settore. 'Dopo il Covid-19, i casi sono aumentati'

In occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla dello scorso 15 marzo dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, i referenti territoriali dell’Ordine degli psicologici della Lombardia (OPL) di Lecco e Sondrio, con la partecipazione delle ASST e delle amministrazioni comunali delle due province, hanno organizzato una serata di riflessione sui DCA.
L’evento, denominato proprio “La prevenzione e la cura dei disturbi del comportamento alimentare: un confronto aperto con le istituzioni e i servizi territoriali” ha avuto lo scopo di riunire autorità ed esperti per dialogare su una tematica sempre più pervasiva tra i giovani con il medesimo scopo di prevenire il fenomeno e confrontarsi sulle criticità diffuse nelle strutture dedicate agli interventi di cura.
Una tavola rotonda, quindi, quella che si è tenuta nella serata di lunedì 21 marzo in videoconferenza che ha cercato anche di creare un confronto con le Istituzioni locali sulla problematica dei DCA nel post pandemia e per far conoscere l’organizzazione dei servizi, rilevare risorse e possibili difficoltà. L’evento è stato poi patrocinato dell'ASST Valtellina Alto Lario e del Comune di Sondrio, di cui erano presenti i rappresentanti.


Ad introdurre il tema della serata è stato Davide Baventore, vicepresidente di OPL, insieme a Gabriella Scaduto, segretario OPL e Chiara Ratto, coordinatrice referenti territoriali OPL. Una parte consistente della popolazione lombarda soffre infatti di questo tipo di disturbo e la pandemia da Covid-19 ha aumentato in maniera sensibile il numero di richieste di aiuto per queste problematiche, come ha sottolineato il dottor Baventore nella sua introduzione. Allo stesso tempo, il disturbo alimentare rappresenta una sfida per l’intervento medico ed è una situazione in cui la psicologia ha una forma di protagonismo e di ruolo privilegiato grazie a trattamenti e alle terapie convalidate a livello scientifico. Ecco, quindi, che le figure dei referenti territoriali sono diventate centrali per intercettare e gestire al meglio questa tipologia di disturbo sul territorio con l’obbiettivo di riportare la cultura psicologica anche nelle province lombarde.


La parola è perciò passata ai moderatori dell’iniziativa, Anna Lisa Mazzoleni e Patrizio Angelinis, referenti territoriali per le province di Lecco e Sondrio che hanno ribadito come i disturbi della nutrizione e alimentazione necessitino di un approccio multidisciplinare e il fatto che più professionisti si ritrovino ad uno stesso tavolo per riflettere sul tema sia d’aiuto per il modo in cui si affronta il problema.
La serata è entrata dunque nel vivo grazie all'intervento di Vittorio Rigamonti, responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Psicologia, Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze ASST Lecco che ha presentato la situazione dal punto di vista teorico, parlando anche dell’ambulatorio lecchese collegato ai disturbi alimentari, trasformato poi in progetto innovativo regionale.


''I disturbi del comportamento alimentare sono malattie mentali gravi che necessitano di un’integrazione multifunzionale. Alcune delle caratteristiche di questi disturbi sono l’esordio precoce, l’esigenza di una rapida intercettazione, un aumento dell’incidenza durante il lockdown, un’immagine di sé alterata, diminuzione della capacità relazionali, maggiore incidenza nel sesso femminile, e difficoltà nel chiedere aiuto. Malattie quindi non facili da gestire o da intercettare nei loro stadi embrionali'' le parole del medico.
A prendere la parola è stata poi Sara De Lucchi, psicologa e psicoterapeuta presso il Centro dei Disturbi Alimentari (DCA) di Sondrio dell’ASST Valtellina e Alto Lario, un centro di secondo livello che offre trattamenti ambulatoriali per persone affette da tali disturbi dai 14 anni in su. L’esperta ha spiegato che la struttura ha rilevato un aumento del 40% di diagnosi di DCA durante la pandemia per via di molteplici motivi come il maggior tempo a disposizione, la paura del contagio o la condivisione forzata degli spazi e che il 95% dei casi riguarda il sesso femminile.
Sul punto è intervenuta anche Florinda Pozzi, medico – psichiatra presso il medesimo centro che ha sottolineato come l’aumento nella gravità dei casi pervenuti ha necessitato l’ospedalizzazione di alcuni soggetti nonostante un ambulatorio di secondo livello non sia adibito per questo tipo di situazioni. “Sul territorio siamo l’unica agenzia del servizio pubblico che possa dare una risposta alle famiglie rispetto ai DCA. Ci ritroviamo però a dover gestire situazioni che hanno bisogno di ricoveri in medicina o pediatria dove i criteri di ammissione sono piuttosto severi e la lista di attesa molto lunga. Per questo motivo in questi 12 anni abbiamo investito molto anche nella sensibilizzazione nelle scuole cercando di rispondere alle domande del nostro territorio” ha concluso la dottoressa Pozzi.


Ultimo relatore della serata è stato infine il professore Gianluca Castelnuovo, ordinario di Psicologia Clinica e direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università Cattolica di Milano, direttore del Laboratorio di Ricerche Psicologiche IRCCS Istituto Auxologico Italiano, responsabile del Servizio di Psicologia Clinica – Auxologico Piancavallo, e membro della Cabina di Regia per l’attuazione della Legge regionale DCA. La legge numero 2 del 23 febbraio 2021 tratta, infatti, della “prevenzione e cura dei disturbi del comportamento alimentare”, ed è finalizzata a creare una rete che unisca l’esperienza dei centri che già si occupano di DCA, con i reparti dedicati, e con ambulatori specializzati e multiprofessionali sul territorio, dando vita a politiche di sostegno per le famiglie. Il professor Castelnuovo ha iniziato il suo intervento sottolineando come nelle province di Lecco e Sondrio ci sia sempre stata un’attenzione particolare verso i disturbi dell’alimentazione ma che ciò non deve comunque distogliere dal riflettere sulle criticità endogene del sistema.


''Nel caso dei DCA diventa fondamentale l’interdisciplinarietà delle competenze e delle strategie che devono però essere coordinate tra di loro per sortire l’efficacia richiesta. È importantissimo mantenere l’orizzontalità del processo di cura, soprattutto nel passaggio dalla pediatria alla medicina dove spesso si creano vuoti di azione, e anche la verticalità dell’intervento coinvolgendo famigliari e altri esperti competenti. La legge regionale cerca poi di capire come investire le risorse in questo ambito, dato che gli investimenti in prevenzione sono quelli che danno i frutti migliori nel medio-lungo termine ma non hanno spesso esiti nell’immediato e che quindi non sono sempre attraenti per il legislatore. La chiave per il buon funzionamento del sistema di intervento, comunque lo si voglia disegnare e finanziare, è però il coinvolgimento e il corretto coordinamento di tutte le risorse a disposizione'' ha commentato il professor Castelnuovo.
Al termine della serata, sono intervenute anche le figure istituzionali che hanno aderito con le loro realtà all’evento e alla promozione del messaggio sulla consapevolezza e diffusione della prevenzione per i DCA.



Fra loro anche Alessandra Durante, assessore a Famiglia, Giovani e Comunicazione del Comune di Lecco che ha ribadito la responsabilità delle istituzioni politiche nel creare poli territoriali che si prendano in carico il benessere psico-fisico dei giovani evitando lo sradicamento dai loro comuni.
A seguire, hanno preso la parola sia Enrico Frisone, direttore sociosanitario ASST Lecco, che ha acceso un riflettore sulla mancanza di risorse umane per gestire al meglio anche i disturbi alimentari nel comparto sanitario, sia Paolo Formigoni, direttore sociosanitario ASST Valtellina e Alto Lario che ha ribadito la necessità di continuare a seguire i giovani nel loro percorso di cura senza abbandonarli dopo il diciottesimo anno di età.


Infine Lorenzo Grillo Della Berta, vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali del Comune di Sondrio, nel rivolgere ai presenti il suo saluto ha ripreso il tema del dilagante e cogente disagio giovanile illustrando le iniziative e le politiche inserite nel piano di zona che l’amministrazione comunale ha deciso di introdurre per far fronte alla problematica crescente dei DCA.
M.B.
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