Pasturo: si recupera la festa di Sant'Antonio con la benedizione degli animali

Si è tenuta ieri a Pasturo l'antica usanza della benedizione degli animali, un rito semplice che tradizionalmente si ripete ogni 17 gennaio, giorno in cui si festeggia Sant'Antonio. Quest'anno invece la "cerimonia" è stata posticipata al 20 marzo, causa pandemia. Pur "in ritardo", non è stata certa meno sentita. Anzi.

Se un tempo la benedizione rappresentava un rito ben radicato nella cultura contadina, visto l'importanza le bestie per la sopravvivenza delle famiglie, come strumento di lavoro e fonte di sostentamento, in parte rimasta vista la tradizione casearea dell'altopiano, oggi agli animali da cortile si associano anche quelli da campagnia. E così ecco presenti dei cani, insieme a svariati cavalli, alcune caprette, un maiale e due vitelle.

La memoria liturgica dell'abate Antonio, narra di un uomo che amava vivere in solitudine consacrando la propria vita alla purificazione e alla comprensione di Dio. Oggi viene considerato il custode del fuoco e protettore degli animali, tanto che la sia effigie viene spesso collocata sulla porta delle stalle. Un  grande corteo ha attraversato le vie di Pasturo fino in piazza XXV Aprile dove il parroco don Antonio Fazzini ha impartito l'attesa benedizione.
M.A.
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