Lecco: sasso contro un venditore di kebap, a processo
“Io sono la vittima! Non nego di aver lanciato una pietra, ma è stato per difendermi”.
E' quanto dichiarato al giudice Gianluca Piantadosi da un cittadino guinano, classe 1997, a processo per lesioni.
L'accusa è quella di aver scagliato un sasso contro il titolare di un Kebap di via Turati il 15 febbraio di due anni fa perchè (questa la tesi della Procura) non avrebbe voluto pagare un panino.
Ieri in Aula a ricostruire la vicenda è stato il fratello della persona offesa: “dopo quello che è successo abbiamo dovuto chiudere perchè mio fratello non riesce più a lavorare” ha commentato il testimone di nazionalità turca, che per aiutarsi nella deposizione si è avvalso di google translator. “Fortuna che abbiamo un altro locale davanti al Comune”.
Secondo quanto raccontato oggi dal teste l'imputato sarebbe entrato nel Kebap, ma dopo aver chiesto un panino si sarebbe rifiutato di pagare: “Porto qui i miei amici. Siamo africani, facciamo casino qui” avrebbe anche sostenuto il guineano.
Per non avere problemi i due fratelli gli avrebbero chiesto di uscire: “Dopo un po' è tornato con un sasso e l'ha tirato addosso a mio fratello, che ha cercato di ripararsi con le mani. Poi è scappato” ha spiegato al giudice “Gli ha rotto la mano sinistra. Se l'avesse preso in testa sarebbe stato fatale”.
“Mi ricordo bene cos'è successo quella sera perchè per la prima volta da quando sono venuto in Italia ho avuto problemi con la giustizia” ha iniziato quindi il proprio esame l'imputato, difeso dall'avvocato Stefano Mandelli.
Dopo una serata con gli amici sarebbe entrato nel locale per prendersi un panino intorno all'una di notte, ma al momento di pagare, il proprietario gli avrebbe dato del “ladro” per non aver pagato una birra qualche giorno prima.
“Gli ho detto che non ero io, anche perchè in quel posto non avevo mai mangiato né bevuto. Non ho mai rubato, nemmeno quando guadagnavo 1 euro e 50 centesimi all'ora” ha tenuto a specificare al giudice. In quattro l'avrebbero spintonato e preso a pugni, facendolo uscire dal negozio. “Sono caduto e da terra ho raccolto un sasso e l'ho lanciato, poi sono scappato via”.
Non solo, ma mentre correva verso casa, sarebbe stato inseguito dalla persona chiamata oggi a testimoniare. “Ti trovo domani” gli avrebbe detto. E così è stato: “la mattina seguente ho incontrato al bar il cugino del titolare, uno dei quattro che mi aveva picchiato la sera prima. Mi sono seduto al tavolo con lui e abbiamo parlato come persone adulte, ma poi è arrivato lui, che ha iniziato ad attacarmi, quindi sono venuti i miei amici a difendermi”.
“Dico solo che se anche fossi stato un ladro non avrebbero dovuto picchiarmi. Io conosco la legge italiana e so che non devo picchiare nessuno” ha concluso l'imputato. Il giudice, dopo aver sentito anche la sua versione, ha rinviato al prossimo 30 settembre per concludere la fase istruttoria.
E' quanto dichiarato al giudice Gianluca Piantadosi da un cittadino guinano, classe 1997, a processo per lesioni.
L'accusa è quella di aver scagliato un sasso contro il titolare di un Kebap di via Turati il 15 febbraio di due anni fa perchè (questa la tesi della Procura) non avrebbe voluto pagare un panino.
Ieri in Aula a ricostruire la vicenda è stato il fratello della persona offesa: “dopo quello che è successo abbiamo dovuto chiudere perchè mio fratello non riesce più a lavorare” ha commentato il testimone di nazionalità turca, che per aiutarsi nella deposizione si è avvalso di google translator. “Fortuna che abbiamo un altro locale davanti al Comune”.
Secondo quanto raccontato oggi dal teste l'imputato sarebbe entrato nel Kebap, ma dopo aver chiesto un panino si sarebbe rifiutato di pagare: “Porto qui i miei amici. Siamo africani, facciamo casino qui” avrebbe anche sostenuto il guineano.
Per non avere problemi i due fratelli gli avrebbero chiesto di uscire: “Dopo un po' è tornato con un sasso e l'ha tirato addosso a mio fratello, che ha cercato di ripararsi con le mani. Poi è scappato” ha spiegato al giudice “Gli ha rotto la mano sinistra. Se l'avesse preso in testa sarebbe stato fatale”.
“Mi ricordo bene cos'è successo quella sera perchè per la prima volta da quando sono venuto in Italia ho avuto problemi con la giustizia” ha iniziato quindi il proprio esame l'imputato, difeso dall'avvocato Stefano Mandelli.
Dopo una serata con gli amici sarebbe entrato nel locale per prendersi un panino intorno all'una di notte, ma al momento di pagare, il proprietario gli avrebbe dato del “ladro” per non aver pagato una birra qualche giorno prima.
“Gli ho detto che non ero io, anche perchè in quel posto non avevo mai mangiato né bevuto. Non ho mai rubato, nemmeno quando guadagnavo 1 euro e 50 centesimi all'ora” ha tenuto a specificare al giudice. In quattro l'avrebbero spintonato e preso a pugni, facendolo uscire dal negozio. “Sono caduto e da terra ho raccolto un sasso e l'ho lanciato, poi sono scappato via”.
Non solo, ma mentre correva verso casa, sarebbe stato inseguito dalla persona chiamata oggi a testimoniare. “Ti trovo domani” gli avrebbe detto. E così è stato: “la mattina seguente ho incontrato al bar il cugino del titolare, uno dei quattro che mi aveva picchiato la sera prima. Mi sono seduto al tavolo con lui e abbiamo parlato come persone adulte, ma poi è arrivato lui, che ha iniziato ad attacarmi, quindi sono venuti i miei amici a difendermi”.
“Dico solo che se anche fossi stato un ladro non avrebbero dovuto picchiarmi. Io conosco la legge italiana e so che non devo picchiare nessuno” ha concluso l'imputato. Il giudice, dopo aver sentito anche la sua versione, ha rinviato al prossimo 30 settembre per concludere la fase istruttoria.
F.F.