Olginate: a processo per 'falso', assolto ex titolare di pompe funebri
Assolto per non aver commesso il fatto: questa la sentenza pronunciata nel primo pomeriggio di oggi dal giudice monocratico Paolo Salvatore nei confronti di Gianluca Balestrieri, classe 1970, titolare dell'Agenzia funebre Nuccio Vrenna di Olginate.
Si ricorderà che nel 2019 l'attività era stata destinataria di un'interdittiva antimafia firmata dall'allora prefetto Michele Formiglio e poi reiterata due anni dopo dal dr. Castrese De Rosa (questa volta nel mirino del provvedimento era l'impresa individuale Europa Cofani Funebri di Arcuri di Calolzio, ancora riconducibile alla famiglia Vrenna, ritenuta affiliata alla cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura).
Oggi Balestrieri, genero del boss Nuccio Vrenna, era chiamato a rispondere dell'accusa di aver infranto il Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione legislativa. In pratica gli veniva contestato di aver mentito, al momento dell'istituzione della società con sede a Olginate, in merito alla propria fedina penale non del tutto intonsa. Motivo per cui l'impresa, dopo aver celebrato solo due funerali, aveva dovuto abbassare le serrande.
Unico testimone sentito nell corso dell'udienza odierna è stato il comandante della Polizia Locale di Olginate Matteo Giglio, che aveva riscontrato incongurenze tra le attestazioni contenute nella SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) inoltrata al Comune nel luglio 2019 e il casellario giudiziale dell'imputato. Nonostante si fosse dichiarato incensurato, infatti, Gianluca Balestrieri risultava condannato in via definitiva nel 2017 per traffico di droga (i fatti sarebbero avvenuti nel 2012 in Germania).
Ha giocato in favore del Balestrieri, come sottolineato dall'avvocato Lorenzo Magni (oggi in sostituzione del difensore Matteo Basso) e confermato dal comandante della PL, il fatto che la SCIA fosse stata in realtà presentata allo sportello dal commercialista dell'imprenditore (peraltro senza presentare alcuna procura). Invana la richiesta del Vpo Caterina Scarselli di introdurre come testimone il commercialista: per il giudice Paolo Salvatore l'istruttoria è stata esaustiva. Ha chiesto un anno e 7 mesi di reclusione il Vice Procuratore Onorario perchè “è ovvio che il commercialista ha compilato la SCIA in nome e per conto del suo cliente”; l'avvocato Lorenzo Magni ha invece portato avanti la propria tesi pro assoluzione: “è pacifico che quella SCIA non è stata inoltrata da Balestrieri. Nessuno ha provato che sia stato lui a commettere il falso”.
Una breve camera di consiglio e il giudice ha mandato assolto l'imputato.
Si ricorderà che nel 2019 l'attività era stata destinataria di un'interdittiva antimafia firmata dall'allora prefetto Michele Formiglio e poi reiterata due anni dopo dal dr. Castrese De Rosa (questa volta nel mirino del provvedimento era l'impresa individuale Europa Cofani Funebri di Arcuri di Calolzio, ancora riconducibile alla famiglia Vrenna, ritenuta affiliata alla cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura).
Oggi Balestrieri, genero del boss Nuccio Vrenna, era chiamato a rispondere dell'accusa di aver infranto il Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione legislativa. In pratica gli veniva contestato di aver mentito, al momento dell'istituzione della società con sede a Olginate, in merito alla propria fedina penale non del tutto intonsa. Motivo per cui l'impresa, dopo aver celebrato solo due funerali, aveva dovuto abbassare le serrande.
Unico testimone sentito nell corso dell'udienza odierna è stato il comandante della Polizia Locale di Olginate Matteo Giglio, che aveva riscontrato incongurenze tra le attestazioni contenute nella SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) inoltrata al Comune nel luglio 2019 e il casellario giudiziale dell'imputato. Nonostante si fosse dichiarato incensurato, infatti, Gianluca Balestrieri risultava condannato in via definitiva nel 2017 per traffico di droga (i fatti sarebbero avvenuti nel 2012 in Germania).
Ha giocato in favore del Balestrieri, come sottolineato dall'avvocato Lorenzo Magni (oggi in sostituzione del difensore Matteo Basso) e confermato dal comandante della PL, il fatto che la SCIA fosse stata in realtà presentata allo sportello dal commercialista dell'imprenditore (peraltro senza presentare alcuna procura). Invana la richiesta del Vpo Caterina Scarselli di introdurre come testimone il commercialista: per il giudice Paolo Salvatore l'istruttoria è stata esaustiva. Ha chiesto un anno e 7 mesi di reclusione il Vice Procuratore Onorario perchè “è ovvio che il commercialista ha compilato la SCIA in nome e per conto del suo cliente”; l'avvocato Lorenzo Magni ha invece portato avanti la propria tesi pro assoluzione: “è pacifico che quella SCIA non è stata inoltrata da Balestrieri. Nessuno ha provato che sia stato lui a commettere il falso”.
Una breve camera di consiglio e il giudice ha mandato assolto l'imputato.
F.F.