Bellano: il 'Pi day' rende divertente anche la matematica. E educa alla pace
Il “Pi day” è una ricorrenza dedicata alla costante matematica Pi greco. Si festeggia il 14 marzo non a casa: la data – nel formato mese/giorno in uso nei paesi anglosassoni, ricalca infatti la costante stessa, 3.14. Il primo “Pi day” è stato celebrato nel 1988, grazie al fisico Larry Shaw. L’Istituto comprensivo Monsignor Vitali di Bellano lo omaggia in tutti i plessi, da tre anni. Purtroppo con l’avvento del Covid, nel 2020 e nel 2021 non è stato possibile condividere con il paese i lavori degli alunni. “Quest’anno siamo stati più fortunati” commentano dall'IC, con le celebrazioni estese per un'intera settimana, per poterle veramente gustare con calma e serenità.
I bambini sono così stati coinvolti in attività laboratoriali con lo scopo di avvicinarli a concetti matematici che, spiegati in lezioni frontali, potrebbero sembrare noiosi e difficili.Questo progetto – coordinato dalla docente Chiara Cantini - ha diversi obiettivi. Il primo è sicuramente quello di sfatare tutti i pregiudizi sulla matematica, che non è una materia per pochi: non è, insomma, solo per chi ha un alto quoziente intellettivo. Inoltre la matematica non è una materia di genere: troppo spesso le scienze sono state prerogativa dei maschi. La matematica è tutta intorno a noi o, se vogliamo usare le parole di Pitagora “tutto è numero”!
Lavorare su questo progetto, poi, permette anche ai docenti di avere diversi momenti in cui si ha l’opportunità di condividere metodologie e conoscenze, rinvigorendo altresì l’entusiasmo nei confronti di una professione difficile ma davvero gratificante.
Altro obiettivo pienamente raggiunto quest’anno, è la condivisione con la comunità. I bambini sono il nostro futuro: cosa c’è di più importante di farli sentire da subito cittadini che possono dare forti messaggi con il proprio lavoro e il loro desiderio di imparare?
La cosa più emozionante di tutte è che la matematica, in questo momento particolarmente difficile, ha anche saputo dare voce ai sentimenti più profondi degli alunni che, attraverso il tangram, hanno silenziosamente gridato a tutti “Noi non vogliamo la guerra, W la pace”.
Il Tangram è un antichissimo gioco cinese che all’inizio era conosciuto con lo strano nome “Tch’iao pan” risalente al 740-730 a.C. Il nome significa “Le sette pietre della saggezza”. La leggenda, sull’origine del gioco, narra che un monaco donò ad un suo discepolo un quadrato di porcellana ed un pennello, dicendogli di viaggiare e dipingere sulla porcellana le bellezze che avrebbe incontrato nel suo cammino. Il discepolo, emozionato, lasciò cadere il quadrato, che si ruppe in sette pezzi. Nel tentativo di ricomporre il quadrato, formò delle figure interessanti. Capì, da questo, che non aveva più bisogno di viaggiare, perché poteva rappresentare le bellezze del mondo con quei sette pezzi.
Dando forma ai loro tangram, i piccoli bellanesi hanno dato una lezione. Di vita, agli adulti.
M.A.