Mandello: 99 anni per Michele Zucchi. 'Io la guerra l'ho vista'

"Campagna di Guerra 1943-1944-1945": così recita il foglio matricolare e caratteristico di Michele Zucchi, nato a Luzzeno di Mandello del Lario il 12 marzo 1923. Ieri ha dunque tagliato il traguardo dei 99 anni, in un periodo in cui la televisione trasmette ogni giorno aggiornamenti dal un fronte drammaticamente vicino. Lui, soldato nella storica Divisione Acqui le conseguenze della guerra le ha provata sulla propria pelle. Proprio in quei territori. Michele ha vissuto infatti la drammatica esperienza dell'internamento nei campi di prigionia, a Pinsk, per la precisione, sul confine russo polacco, attualmente tra Bielorussia e Ucraina.

Le vicissitudini di Zucchi, raccontate e raccolte dall'appassionato storico professore Francesco Mandarano, sono ancora qui a oggi a parlare, a gridare forte con la voce di chi ha vissuto sulla propria pelle quei momenti che "la guerra non porta niente di buono, ma solo sofferenze".
Una frase che ripete ancor oggi rafforzata da quello spirito lucido ed energico che ancora lo contraddistingue. Il suo passato che gli ha riservato nel 2019 la Medaglia d'onore del Presidente della Repubblica e due croci al merito di Guerra, è entrato anche nelle aule scolastiche per rendere partecipi le nuove generazioni le pagine della storia che ha contribuito a scrivere con la propria esperienza.
Dalla ricerca di Mandarano costruita sulle testimonianze del soldato mandellese che visse la guerra nell'isola greca di Cefalonia, con il capoluogo Argostoli, parla dell'imbarcazione in cui era ammassato nella stiva con altri millecinquecento uomini. Urtata una mina cominciò ad oscillare imbarcando acqua. "Non è affondata subito, ci ha messo una mezz'ora prima di affondare. Era colpita ma colpita poco". Racconta Michele, poi il tuffo in mare, nuotando per allontanarsi dallo scafo. Sfuggito ad una fucilazione, la fame, la prigionia, tra sporcizia e pidocchi. Il lungo e tormentatissimo itinerario fino al 3 ottobre 1945, quando ritornato a Mandello nella sua Luzzeno può riabbracciare tutti i suoi famigliari sopravvissuti alla guerra. Quello lo definisce "Il giorno più bello della mia vita" Michele Zucchi a cui vanno i nostri auguri per i suoi 99 anni che vorremmo fossero festeggiati in un contesto diverso, senza rivivere la paura dei fantasmi del passato.
Al.Bot.
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