Marco Bonaiti
L’ATO, l’Ambito Territoriale Ottimale, è una società pubblica strategica perché ha come compito quello di organizzare e attuare il servizio idrico integrato per il conseguimento degli obiettivi previsti dalla legge e dalle normative europee e statali inclusi la scelta del modello gestionale e l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato. In buona sostanza l’Ambito – scaturito dalla grande riforma della legge Galli (36/1994) – indirizza e controlla l’attività di Lario reti Holding, altra azienda totalmente pubblica che si occupa del ciclo idrico integrato: acquedotti, reti, captazione, fognatura, depurazione. Insomma è un’azienda pubblica di primo livello. Il cui Consiglio di Amministrazione va in scadenza. Come ben si può immaginare i partiti – o quel che resta suddiviso in valvassori e valvassini – stanno discutendo freneticamente sul metodo di spartire le cariche. Il CdA di ATO è composto da cinque membri di cui quattro designati dai comuni e uno, il presidente, dalla Provincia. Provincia che, come abbiamo visto, è controllata dal centrodestra che ha eletto Alessandra Hofmann come presidente la quale ha subito dopo assunto con incarico fiduciario Carlo Piazza come di fatto consulente politico. Carlo Piazza significa per simmetria Mauro Piazza, leader indiscusso prima di Forza Italia e ora della Lega. Consigliere regionale di lungo corso ha maturato un’esperienza che ha pochi eguali nel lecchese. Alla vigilia delle nomine – vanno in scadenza anche i CdA di Lario Reti e di Silea e Seruso, società attive queste ultime, nel settore della raccolta, riciclo e smaltimento rifiuti – il centrodestra si è riunito a Montevecchia per una cena politica. Il riserbo è totale ma circolano voci di forti dissensi all’interno dell’area soprattutto tra la componente maggioritaria che fa capo a Mauro Piazza e quella minoritaria guidata da Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello del Lario che gode però dell’appoggio di altri sindaci del lago. Sempre secondo indiscrezioni, per fermare l’avanzata di Fasoli, verso cui si stanno indirizzando simpatie sia dall’area dei Civici sia da settori del centrosinistra, Mauro Piazza d’intesa col senatore Paolo Arrigoni, leghista di Calolziocorte, avrebbe proposto/imposto Marco Domenico Bonaiti consigliere comunale leghista di Calolziocorte per la presidenza lasciata libera da Paolo Negri di Sirtori, decaduto dopo la sconfitta elettorale. Alla vice presidenza, oggi occupata da Federico Airoldi sindaco di Brivio, il centrosinistra avrebbe candidato Chiara Bonfanti di Imbersago, già consigliere provinciale e comunale a Merate. La Bonfanti sarebbe nominata da Lecco. Nel CdA dovrebbero poi entrare Davide Combi di Moggio, già consigliere in carica per il centrodestra, Valentino Casiraghi di Paderno D’Adda per il centrosinistra che sostituirebbe Mario Giovanardi di Robbiate e Giovanni Montanelli, sindaco di Galbiate per i Civici.
In pratica soltanto i Civici sarebbero rappresentati da un sindaco. Se così fosse, sarebbe una vera e propria occupazione militare a opera di correnti di partito che – diversamente da quanto sollecitato da Antonio Rusconi – non fanno premio sulla specifica competenza ma soltanto sulla fedeltà al Signore del momento. Un passo indietro preoccupante che non lascia ben sperare per le nomine successive. Soprattutto il presidente di ATO deve essere una persona capace, con esperienza, competente: non ci giochiamo il servizio idrico, tariffe comprese, per un mero interesse di parte, dentro uno scontro che è più personale che di contenuti.
Alessandra Hofmann come presidente della Provincia si assume una responsabilità grave se dovesse scegliere un presidente del CdA privo di requisiti. Presti bene attenzione. E anche Massimo Panzeri, sindaco del secondo comune per importanza in provincia faccia valere il proprio peso, al di là del partito. Merate ha condotto con Andrea Robbiani prima e Andrea Massironi poi una lunga battaglia sul servizio idrico, per riaffermare i valori della legittimità e competenza. Che oggi sono ben rappresentati da Lelio Cavallier. Per il resto va sottolineato che le nomine spettano ai comuni e non è certo che i sindaci seguiranno la linea indicata dai partiti di riferimento. L’ATO ha bisogno di personaggi di prima fila, non gregari che poi rispondono ai capibastone.
C.B.