Lecco 'Città amica dei bambini e degli adolescenti'? In Commissione la proposta divide

Tante le perplessità sollevate dai consiglieri comunali nei confronti della proposta di adesione al Programma Unicef “Città amica dei bambini e degli adolescenti” presentata dall’assessore Alessandra Durante durante la Commissione terza di mercoledì. Si tratta di un impegno che Lecco sarebbe chiamata a prendere a lungo termine, coinvolgendo tutti i diversi stakeholder, e che si propone di andare oltre le scadenze del mandato elettorale, senza però vincolare ad azioni concrete. L’obiettivo, infatti, come ha spiegato la delegata della Giunta, è quello di promuovere un confronto costante tra l’Amministrazione locale e l’Unicef, nonchè tra i Comuni stessi, sulle iniziative e le politiche messe in campo a favore dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia, oltre che di implementare in città azioni durevoli che producano un cambiamento culturale.
Il percorso proposto da Unicef si articola in “nove passi”, e comincia con l’adozione della delibera da parte del Consiglio comunale (di qui il passaggio in Commissione) e la firma del protocollo. Il secondo step è l’attivazione di un coordinamento tra assessorati, a livello quindi di Amministrazione, per poi avviare un’analisi preliminare sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in città per avere un quadro chiaro dello stato dell’arte e della distanza tra i servizi offerti e i bisogni reali. Il quarto passo prevede dunque la stesura di un piano concreto per colmare questo gap, valorizzando le esperienze già presenti sul territorio e implementando quei servizi che invece mancano. Quello ancora successivo implica l’esplicitazione nei documenti di programmazione dell’Amministrazione (Dup, Peg e Bilancio) di progetti e spese che hanno un impatto sul benessere dei bambini e degli adolescenti, per poi andare a coinvolgere tutti quegli stakeholder impegnati a vario titolo nell'ambito, creando in questo modo un coordinamento con la società civile. Il settimo step è l’implementazione di una strategia condivisa che metta a terra queste politiche, che poi saranno monitorate attraverso un rapporto periodico annuale, previsto dall’ottavo passo, che misuri e illustri i risultati raggiunti e quelli ancora da realizzare. Al termine di questo percorso, l’ultimo step, arriva l’accreditamento da parte di Unicef.
“Unicef prevede una tempistica indicativa, ma i tempi li diamo noi - ha chiarito l’assessore Durante -. Noi immaginiamo che il primo anno servirà per svolgere l’analisi preliminare e stendere il piano di azione. Perché proponiamo questo percorso? Ci sono dei vantaggi: in primis quello di entrare in un network di interazione e condivisione di politiche e servizi che possono essere modulati anche per la città di Lecco. E poi quello di poter svolgere un lavoro sistematico, che prevede anche un sistema di monitoraggio dei risultati e delle politiche attivate. Inoltre il ruolo di Unicef ci garantisce supporto e accompagnamento, come la formazione per l’Amministrazione e per la parte tecnica. L’accreditamento non è eterno, ma è l’attestazione di un impegno e di un percorso compiuto: dura due anni, poi si riparte con una nuova analisi e un nuovo piano di azione".
Non del tutto convinti della bontà di questa iniziativa i consiglieri di opposizione: “Nutro forti dubbi sull’utilità di un’operazione di questo tipo - ha detto Filippo Boscagli -. Aderire ad una struttura come quella presentata, che è molto istituzionalizzata, rischia di essere un peso per gli stessi uffici, quando investire su aspetti educativi concreti e immediati è più importante. Pensiamo al ruolo degli educatori, quanto è importante nella fase che stiamo attraversando e quanto potrebbe fare il Comune di Lecco se investisse di più sotto il profilo professionale, a scuola e nel terzo settore, in collaborazione con le realtà del territorio”.
Dalle file di Appello per Lecco il consigliere Corrado Valsecchi ha mostrato tutta la sua diffidenza per Unicef, “un’agenzia nata 75 anni fa per volontà delle Nazioni Unite che non sempre ha dato risposte gratificanti. Che senso hanno questi protocolli se non li caliamo nella realtà quotidiana? Perché ci dobbiamo legare mani e piedi con realtà istituzionali lontane dalla nostra? Piuttosto, stiamo più vicini a quelle della nostra città che già operano in questo campo”. Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia) ha chiesto quali sono i costi che comporta questa operazione, concordando che “può essere una cosa interessante e da stimolo se accompagnata ad un’azione concreta che risponda ai problemi di tutti i giorni. I ragazzi soffrono l’isolamento e la chiusura, ci sono questioni concrete e bisogna dare risposte concrete”.
Anche dalla maggioranza sono arrivati suggerimenti per aggiustare il tiro: “La qualità di una comunità si vede nelle risposte che si danno ai soggetti più fragili, come i bambini e gli adolescenti - ha anticipato Matteo Ripamonti, capogruppo di Fattore Lecco -. Se noi affrontiamo questa iniziativa da un punto di vista burocratico è tempo buttato, se la vediamo come un’opportunità di migliorare i servizi in città su questo tema può essere uno strumento. Noi abbiamo già tanto sul territorio ma non tutti siamo coinvolti in quello che si sta facendo, e l’analisi di quello che c’è è una cosa importante. Va bene usare uno schema per mettere insieme e coordinare tutte le risorse che sulla città di Lecco lavorano in questa direzione”.
Alessandra Durante ha chiuso l’incontro ricordando che l’adesione al programma non prevede costi, e che proprio il coinvolgimento delle realtà locali è uno degli aspetti fondamentali di questo progetto.
M.V.
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