In viaggio a tempo indeterminato/221: addio Grecia...

“Sulla cima dell’Olimpo c’è una magica città
Gli abitanti dell’Olimpo sono le divinità
Poi lì c’è una bambina che ancora dea non è
E’ graziosa e birichina Pollon il suo nome èèèè”
Ho iniziato a cantare questa canzone quando siamo entrati in Grecia a dicembre e, sinceramente, è uno dei motivi per cui non vedo l’ora di cambiare Paese!
A parte gli scherzi, dopo tre mesi di canzoncina, siamo arrivati al Monte Olimpo.
Quando si arriva in un luogo che si sente nominare da sempre, il rischio è che non sia all’altezza delle aspettative.
Con il Monte Olimpo non c’è stato questo problema.
Mi aspettavo una montagna alta con la neve e ho trovato proprio una montagna di quasi 3000 metri tutta ricoperta di neve.
Mentre ero lì, però, non riuscivo a smettere di chiedermi perché tra tutte le meraviglie della Grecia, gli antichi Dei avessero scelto di vivere proprio su un monte.
Forse per rimanere isolati e lontani da occhi indiscreti?
Forse perché preferivano il freddo della neve al caldo del mare cristallino greco?

Molti studiosi in passato si sono fatti la mia stessa domanda, arrivando però a conclusioni decisamente più logiche della mia.
In questa zona del mondo, secoli fa, si poteva assistere al fenomeno dell’aurora boreale.
Luci improvvise che danzavano in cielo e illuminavano il buio pesto della notte tra i monti. Gli antichi greci non avevano una spiegazione scientifica di quel fenomeno e così lo attribuirono agli Dei. Quelle luci erano la conferma che sul Monte Olimpo ci fossero delle divinità che combattevano, festeggiavano, amavano, giudicavano.
Lassù tra le nuvole, più vicini al cielo che alla terra. Nessuno poteva vederli ma loro potevano osservare tutto l’operato degli uomini.
Wow, questa è la cosa che preferisco di più della Grecia, insieme alla moussaka.
Una cultura così ricca ed elaborata che per secoli ha cercato di spiegare i misteri del mondo e dell’uomo attraverso miti e leggende.
Perché il Monte Olimpo, alla fine, non è altro che una montagna come ce ne sono moltissime nel mondo. Ma a renderlo unico e a farmi emozionare mentre cammino con il naso all’insù cercando di scrutarne la cima, è proprio il fatto che prima di me in un passato così distante da non sembrare reale, altri abbiano osservato esattamente la stessa cosa.
E’ come se quel monte fosse un vero e proprio ponte temporale. Sempre lì, lo stesso, immobile davanti allo sguardo di chi ieri credeva che lassù vivessero gli dei e chi oggi canticchia la canzone di Pollon.

E al cospetto del Monte Olimpo, ho deciso di tirare un po’ le somme di questi ultimi mesi di viaggio in Grecia.
Sarò onesta e sincera, sia mai che Zeus da lassù mi senta.
La Grecia in inverno non è affatto come me la aspettassi.

VIDEO:


E’ una versione lenta, sbiadita e silenziosa della Grecia che avevo sempre conosciuto in estate. Lo so, può sembrare il destino di molte località che vivono di mare e turismo e che d’inverno si svuotano.
Ho sempre pensato, però, che proprio durante quei mesi in cui il caos si spegne, si potesse vedere davvero come la gente del posto si prende cura della propria casa.
Sì, insomma, pensavo che mi sarei trovata ad osservare tanti silenziosi giardinieri che si prendono cura del terreno, lo ripuliscono, lo arano e poi seminano in attesa di veder nuovamente sbocciare quei bellissimi fiori che tornano ogni anno.
Ma la sensazione che ho provato in molte zone costiere della Grecia è stata diversa.
Come se tutti, ma proprio tutti, se ne fossero andati con il primo freddo.
Ho perso il conto dei paesini abbandonati che abbiamo visto, dei supermercati con le porte sbarrate, della sabbia che invade le strade davanti a decine di ristoranti dove non riecheggia più il suono dei piatti e delle risate ma solo quello delle lattine vuote che rotolano per il vento.
La stessa sorte anche per la ricchezza più grande della Grecia, il suo patrimonio culturale. Cartelli scoloriti nei musei, erba incolta più alta delle rovine stesse, immondizia tra pietre millenarie.
Non fraintendetemi, non è stato tutto un completo disastro perché, per certi aspetti, tutto questo abbandono ha il suo fascino e qualcosa di positivo c’è.
Ci siamo goduti dei luoghi che in estate sarebbero inaccessibili per il numero di persone e abbiamo potuto ammirare la natura nella sua più totale bellezza.
Lo so, può sembrare molto critica e polemica la parte finale del capitolo greco del nostro viaggio.
Ma la realtà è che le mie parole sono legate al fatto che è impossibile negare quanto la Grecia sia meravigliosa, affascinante e culturalmente senza eguali.
E’ solo un peccato che la si possa apprezzare solo 3 o 4 mesi l’anno e non sempre, come meriterebbe.
Angela (e Paolo)
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.