Tribunale: quasi 400 separazioni e oltre 330 divorzi nel 2021. Pesa il Covid. Ma anche il presupposto del 'se va male, ciao'

L'avvocata Monica Rosano
Nel 2021 in Tribunale a Lecco sono state avanzate 290 nuove istanze di separazione consensuali e 68 giudiziali. Nello stesso anno, il primo dopo l'avvento del Covid, sono stati chiesti 251 divorzi congiunti e 44 giudiziali.
Nell'arco di 12 mesi sono così state definite 330 separazioni consensuali e 64 separazione giudiziali nonchè 278 divorzi congiunti e 59 divorzi giudiziali.
Proprio partendo dai numeri (gentilmente concessi dal Presidente Ersilio Secchi), abbiamo posto alcune domande a Monica Rosano, Presidente del Comitato Pari Opportunità presso l’Ordine degli Avvocati di Lecco, per andare oltre la fotografia nuda e cruda del fenomeno.

Avvocata Rosano, come accennato, nel corso del 2021 in Tribunale a Lecco sono state definite quasi 400 separazioni. Numeri gonfiati dall'effetto pandemia?

Per quanto riguarda le separazioni e divorzi, abbiamo avuto veramente un’altissima richiesta proprio come professionisti, di interventi anche quasi emergenziali. Abbiamo avuto un periodo particolarmente difficile con il primo lockdown, ma le persone in quel momento ne vedevano una fine. Con il secondo e il terzo lockdown per così dire, le persone hanno perso ogni speranza e le tensioni familiari sono aumentate tantissimo. Per cui c’è stata una grande complessità di situazioni che hanno portato un enorme aumento delle separazioni; separazioni che nascono veramente male nel senso che sono frutto di una tensione lunga che non ha avuto la possibilità di decantare. Con una tensione così alta abbiamo delle richieste anche di interventi proprio urgenti.

Nella sua esperienza, si può tracciare un profilo tipo della coppia che scoppia e delle motivazioni alla base dell'addio? C'è stata un cambiamento nel tempo?

Al giorno d'oggi è sempre più difficile fotografare una coppia tipo. Specie per il periodo che stiamo affrontando.
Nella mia esperienza? Certamente sono tante le coppie giovani, tra i 30 e 45 anni. Credo che il vertiginoso aumento di separazioni e divorzi ci informa della diffusione di una tendenza nuova rispetto al passato: la maggior parte delle coppie oggi si avvicina al matrimonio già con l’idea della reversibilità della scelta. Che cosa significa? Pensare che se va male, ci lasciamo.
Tutti questi cambiamenti hanno come effetto o come causa, in un’ottica circolare, una maggiore difficoltà delle coppie a stare nella crisi e ad affrontarla con il partner, rilanciando il rapporto su nuove basi, più creative e stimolanti, e modificando la qualità affettiva dello stare insieme. Di fronte alla crisi, più spesso, si pensa che la separazione sia l’unica vera soluzione, come se bastasse escludere dalla propria vita l’attuale partner per recuperare la felicità perduta.

L'accesso al Tribunale di Lecco
Mediamente, a Lecco, quanto tempo serve per arrivare alla sentenza di separazione?

Dunque più precisamente una separazione viene “omologata”. L’omologa di separazione è il nulla osta di un Tribunale, che approva l’accordo preso dai coniugi e dai loro avvocati. In altre parole con l’omologazione viene fatto un controllo sulla legalità delle condizioni stabilite dalle parti. Con il divorzio, otteniamo una sentenza di cessazione degli effetti civili di un matrimonio.
Lecco è sempre stata, per esperienza dopo il mio trasferimento da Roma, un’isola felice. Tempi moderati e decisamente proporzionali anche alle esigenze della coppia. Ovviamente sto parlando dei ricorsi sia per separazione che divorzio, consensuali. Attualmente vige ancora il Protocollo (eredità della normazione pandemica) per la trattazione delle udienze civili in materia di famiglia – All. C) al Decreto 6.5.2020 n. 2086 bis del Presidente del Tribunale di Lecco – con fissazione dell’udienza virtuale da parte del Magistrato comunicata a mezzo PCT a noi difensori, che prevede la cd. trattazione scritta. Ferma resta la possibilità di chiedere che l’udienza si tenga in presenza.
I tempi quali sono con questa modalità? Dal deposito del ricorso al provvedimento finale, mediamente 2 mesi.
Devo dire però che prima dell’anno zero (il 2020), comunque i tempi per i ricorsi consensuali nel nostro Tribunale era certamente equilibrati. Per le separazioni giudiziali e i ricorsi giudiziale, i tempi sono certamente più lunghi, attesa comunque la natura contenziosa del procedimento.
Nei ricorsi giudiziali i tempi per arrivare alla pronuncia della sentenza dipendono da diversi fattori e anche dal grado di litigiosità dei coniugi.

Nel 2021 poi sono stati sanciti 278 divorzi congiunti e 59 giudiziali. 251 + 44 i fascicoli iscritti. Numeri ancora alti pur essendo da tempo possibile il divorzio in Municipio?

Allora. Lo dico con il cuore in mano. L’ideale (pensiero personalissimo e soprattutto, ove attuabile) è trovare degli accordi. Come si arriva a questi accordi? Dipende da persona a persona. Per quanto mi riguarda, io faccio una valutazione di quella che è la situazione personale della coppia, se vengono insieme, ma molto spesso, nella maggior parte dei casi, viene solo uno dei due. Cerco di capire cosa è meglio e da lì propongo varie alternative. C’è la possibilità di fare la pratica collaborativa, la possibilità di fare una mediazione e la possibilità di fare una negoziazione assistita. Il ricorso al Tribunale è proprio l’extrema ratio quando proprio non è possibile trovare accordi. A questo punto il ricorso al Tribunale è inevitabile.
Non credo siano numeri alti. Circa la metà dei matrimoni finisce con un divorzio. Si tratta di un fenomeno sociale consolidato, un segno della nostra società e della mutazione del concetto di famiglia. Si sciolgono i matrimoni infelici, spesso violenti. Sempre più donne iniziavano a desiderare una propria indipendenza economica e decisionale, rifiutando di vedere il matrimonio e la ‘protezione’ offerta dal matrimonio, come l’unica alternativa.
Forse da quel 1^ dicembre 1970, in modo progressivo, è iniziata l’evoluzione familiare che oggi viviamo, che ha portato anche ad un calo dei matrimoni, all’aumento dell’età media degli sposi, alle nuove forme di convivenza (convivenze di fatto) e la progressiva riduzione della natività.
A.M.
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