Lecco ricorda gli scioperi del 7 marzo 1944 e gli operai deportati: 'Si continui la lotta per la pace'

«Quello che sta succedendo oggi dimostra che questa iniziativa non è retorica». Queste le parole del sindaco Mauro Gattinoni alla manifestazione in ricordo degli scioperi del 7 marzo 1944 che furono seguiti dall’arresto e dalla deportazione in Germania di molti operai lecchesi, buona parte dei quali morì nei lager nazisti.




Il riferimento all’attualità da parte del primo cittadino era naturalmente rivolto all’Ucraina invasa dall’esercito russo, situazione alla quale ha fatto riferimento lo stesso presidente provinciale dell’Associazione partigiani Enrico Avagnina: «Ci si contorce lo stomaco – ha detto - di fronte alla nuova guerra che rischia di annullare il sacrificio» proprio di coloro che hanno combattuto il nazifascismo, ricordando comunque come «sarebbe oltraggioso nei confronti della loro memoria non continuare nella lotta per la pace, nel rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione».


Alessandra Hofmann ed Enrico Avagnina


Laura Motolese

Dopo due anni in cui, per via della pandemia, il ricordo del 7 marzo 1944 si era svolto in forma essenziale, le celebrazioni sono quindi tornate secondo il tradizionale programma. Dopo un momento religioso, con la celebrazione di una messa nella parrocchiale di Castello, il corteo delle autorità si è recato nel parco di corso Matteotti e all’esterno dell’Istituto “Bertacchi” per la deposizione di fiori e la commemorazione: come si sa, lì sorgeva la fabbrica Rocco Bonaiti dove lavorava la gran parte degli operai arrestati.


Il sindaco Mauro Gattinoni


Alessandra Anghileri

E’ stato lo stesso Avagnina a ricordare quella drammatica giornata, quando in molte aziende lecchesi gli operai scesero in sciopero contro le restrizioni dovute alla guerra: 35 di loro (dei quali 31 appunto occupati alla Bonaiti) vennero arrestati e 26 deportati nei campi di sterminio nazisti dove 19 trovarono la morte. Il più anziano aveva 54 anni, il più giovane 17. Tra i soli sette sopravvissuti c’erano Regina Aondio e Pino Galbani che in seguito raccontarono alle giovani generazioni la propria esperienza.


«E ora che i testimoni diretti non ci sono più – ha detto ancora Avagnina – è un dovere ricordare anche contro il ritorno del razzismo e delle apologie di fascismo» in un progetto di calendario laico che accanto al 7 marzo comprende le date del 17 ottobre 1943 con la battaglia di Erna e del 12 luglio 1944 con l’eccidio di Fossoli, date «che sono un grumo di dolore e tristezza ma che ci ricordano come la Resistenza sia stata un’opera collettiva».



E alla Resistenza si è richiamato anche il sindaco Mauro Gattinoni proprio guardando all’Ucraina, perché da parte nostra «Resistenza è anche accoglienza dei profughi in fuga dalla guerra». La presidente dell’amministrazione provinciale Alessandra Hofmann ha invece invitato tutte le istituzioni a lottare assieme perché solo con il ricordo potremo migliorare il nostro futuro. Per la Prefettura, è intervenuta la vicaria Laura Motolese mentre per l’Associazione deportati Alessandra Anghileri, nipote di Alessandro Dell’Oro che fu uno degli operai internati.





Infine, in sala Ticozzi si è tenuto un incontro con quattro classi dello stesso Istituto superiore Bertacchi: oltre alla dirigente Stefania Perego, sono intervenuti anche Francesco Corti e Alice Mazzoleni in rappresentanza degli studenti della scuola che prossimamente parteciperanno al viaggio della memoria che, sempre per i problemi della pandemia, non potrà essere come di consueto ad Auschwitz bensì alla Risiera di San Sabba a Trieste, che fu l’unico campo di sterminio italiano.


Mirco Scaccabarozzi



Angelo De Battista


Il coro della scuola Stoppani

Tra le altre cose, i ragazzi hanno anche letto la testimonianza di Angelo Gatti, un altro degli operai lecchesi deportati per gli scioperi del marzo 1944. Lo storico Angelo De Battista ha poi fornito agli studenti una serie di indicazioni metodologiche su come effettuare ricerche in Rete alla ricerca di documenti sul tema.
A conclusione l’intervento di Mirco Scaccabarozzi, segretario della Cisl di Lecco e Monza, in rappresentanza di tutte le organizzazioni sindacali confederali che hanno promosso l’iniziativa con Anpi, Comune e Provincia.
D.C.
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