Lecco perduta/312: il crocefisso 'misterioso' della Vittoria

L’immagine del grande Crocefisso che sovrasta l’altare maggiore del Santuario della Madonna delle Vittorie di Lecco accompagnerà, per tutto il periodo della Quaresima, il tempo di preghiera, di meditazione e di revisione spirituale dei fedeli. Si tratta di un Crocefisso noto a tutti, ma del quale non si conosce assolutamente la storia. La collocazione risale sicuramente alla conclusione dei primi, incompleti lavori del Santuario nel 1932. E’ infatti già posizionato in uno schizzo della chiesa progettato e previsto all’interno, come si può notare benissimo da una tabella preparata dall’ing. Piero Amigoni, che sarà, nel dopoguerra 1945, un personaggio di spicco nella vita cittadina, risultando eletto tre volte al Senato della Repubblica nel collegio di Lecco.


Il Crocefisso "misterioso"

Il Crocefisso, analizzato ultimamente anche grazie a immagini fotografiche riprese da vicino, non reca alcuna data di riferimento e nessuna firma o sigla di autore. Si possono riconoscere, ai lati, le figure di Maria Santissima e del discepolo prediletto Giovanni, nonchè i simboli di quattro evangelisti, gli stessi riprodotti nei due pulpiti. Ora ne rimane solo uno. Nel 1972, per ricordare il 40° del tempio, su iniziativa del rettore don Pietro Mazzoleni, venne consacrato il nuovo altare maggiore, realizzato secondo le rinnovate norme liturgiche, su progetto dell’architetto don Gaetano Banfi. E’ stato, quindi, cancellato un pulpito per dare spazio al presbiterio dei sacerdoti celebranti. L’antico altare è stato trasformato in custodia dell’Eucarestia, con due angeli adoranti in rame sbalzato, opera della scuola Beato Angelico di Milano.



L'interno della chiesa in uno schizzo dell'ing. Amigoni

Osservando il Crocefisso i fedeli più anziani potranno ricordare tutta la storia del Santuario, dal primo rettore mons. Salvatore Dell’Oro, all’arrivo dei Padri Oblati Vicari nel 1937, che sono rimasti fino al maggio 1998. Subentrò poi don Ferdinando Pozzoli, già parroco di Castello e "guida" del collegio arcivescovile Castelli, di Saronno. Tra i Padri Oblati Vicari deve essere, in particolare, ricordato don Luigi Brusa, presente dal 1942 al 1960, che ha vissuto gli anni tragici della guerra e dell’occupazione nazista.


La chiesa con i due pulpiti prima del 1972

Nel vicino istituto di via Aspromonte, sempre nel 1937, arrivarono anche le suore Figlie di Betlem, che sono rimaste fino al 2001. La cerimonia di saluto venne celebrata nella festa dell’Assunta con la Messa di padre Paolo Borrella, l’ex poliziotto divenuto sacerdote e monaco benedettino a Perugia, dopo essere stato per anni al commissariato di corso Martiri. Nel giorno del congedo alle religiose, il rettore don Pozzoli consegnò alla superiora, suor Giovanna Melloni, un quadro con l’effigie della Madonna della Vittoria e un vaso ornamentale. L’allora istituto San Giuseppe di via Aspromonte è ora sezione staccata del collegio arcivescovile “Alessandro Volta”.


La campana della Pace collocata nel 1968

Il santuario è fra le memorie più vive della città, con la cripta sacrario inaugurata nel 1936, che raccoglie le spoglie mortali di 230 Caduti di tutte le guerre del Novecento, e con la campana della Pace, collocata nel 1968, che ogni sera, alle 19, fa scendere sulla città lenti e solenni rintocchi di invito alla preghiera  e alla comprensione tra i popoli.
Tutti coloro che avessero qualche notizia in merito al Crocefisso, conosciuta da parenti anziani, in anni lontani, o da qualsiasi altra diversa fonte, sono invitati a segnalarla a don Eusebio, presso il santuario. Tutto conduce a pensare che provenga da una chiesa che sia stata demolita o radicalmente trasformata. La ricostruzione della sua storia è ora affidata alla collaborazione dei fedeli, attingendo anche alla memoria e ai ricordi di avi scomparsi.
A.B.
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