Lecco: inaugurato l'Hospice ''Resegone'' in ospedale. Moratti: ''Progetto di alto valore etico e civico che rispetta la dignità delle persone''


Il taglio del nastro

"La medicina vive la tentazione di una onnipotenza che la fa ritirare quando non c'è più nulla da fare. Qui invece c'è la dimensione della cura che ricorda che quando non c'è più la possibilità di guarire c'è quella di accompagnare verso la fine". Così monsignor Vincenzo Paglia, presidente della pontificia accademia per la vita, ha sintetizzato una delle mission dell'hospice, guardando con favore alla nuova struttura aperta all'interno dell'ospedale Manzoni di Lecco.

Monsignor Vincenzo Paglia, il dg Paolo Favini, la vicepresidente Letizia Moratti, il dottor Gianlorenzo Scaccabarozzi


10 posti in altrettante stanze singole, con spazi riservati ai parenti, in un ambiente confortevole, delicato, che incute un senso di rilassatezza e di pace, predisposte con televisore, software di intelligenza artificiale modello Alexa che si attiva su indicazione del degente, e poi aree di convivialità e altre più intime.


Francesca Biorcio Mauri, presidente di ACMT (associazione per la cura dei malati terminali in trattamento palliativo)

L'architetto Giulia Torregrossa


Quest'oggi l'hospice Resegone è stato ufficialmente aperto, alla presenza del vicepresidente regionale e assessore al welfare Letizia Moratti, dell'alto prelato, del direttore generale Paolo Favini, del direttore del dipartimento fragilità Gianlorenzo Scaccabarozzi e di tutte le autorità locali e gli enti che in questi mesi si sono date da fare per la sua realizzazione.



Nel mese di luglio dello scorso anno Letizia Moratti ne aveva annunciato l'apertura. E la macchina, che si era già messa in moto con progetti, raccolte fondi, predisposizione degli spazi, coinvolgimento di associazioni e volontari, è arrivata a portare a compimento l'opera nei tempi previsti.

"Oggi è un giorno importante" ha detto il dottor Scaccabarozzi "completiamo una rete locale di cure palliative con un hospice voluto all'interno dell'ospedale. A causa di una estrema fragilità sia clinica che sociale le persone potranno restare a morire nella struttura che li ha accolti, in un contesto accudente, in grado di controllare i sintomi disturbanti che determinano una importante sofferenza, coinvolgendoli con i loro famigliari nelle scelte dei trattamenti, garantendone il benessere emotivo, la vicinanza dei loro cari in spazi dedicati, con conforto religioso e spirituale per dare dignità al percorso di fine vita".

 

Letizia Moratti ha invece definito l'Hospice la perfetta realizzazione della riforma ella sanità lombarda, con al centro la persona, integrata al territorio dunque con strutture come le case di comunità più prossime ai bisogni della popolazione, specie quella più fragile. La vicepresidente regionale ha rivolto un plauso alla progettazione minuziosa della struttura e alla delicatezza degli ambienti che "testimoniano la grande attenzione ai pazienti e ai loro famigliari. Il rispetto della dignità delle persone che vi traspare ha tanto valore in un momento storico come l'attuale in cui la guerra, dove si esprime il massimo disprezzo per la vita umana, è tornata a minacciare il nostro futuro. Ringrazio la comunità lecchese che ha contribuito in vario modo a questo progetto di alto valore civile ed etico, i progettisti l'associazione per la cura dei malati in trattamento palliativo, l'asst di Lecco e i suoi operatori".

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Accogliendo con favore la notizia data da monsignor Paglia della creazione della prima cattedra di cure palliative in Italia, Letizia Moratti ha auspicato, facendone un impegno personale, la creazione di una seconda alla Bicocca in tempi brevi.
Prima di passare alla visita dell'Hospice ubicato al secondo piano dell'ospedale, in fondo al corridoio del reparto oncologico, ha tenuto anche a ringraziare la provincia di Lecco per la virtuosità nel numero di vaccinazioni che la pone al primo posto in regione per tutte le dosi. "E dato che la Lombardia è prima al mondo per somministrazioni, allora Lecco è prima al mondo".

S.V.
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