Lecco: rapina in stazione con una mandibola rotta, versioni 'sfumate' in Aula

Piazza della Stazione
L'unica certezza relativa alla vicenda parrebbe essere il certificato di pronto soccorso e dunque le lesioni riportate da un giovane originario del Senegal, classe 1995, oggi residente a Civate, finito in ospedale con una frattura alla mandibola. Il resto della narrazione risente probabilmente da una parte da ricordi annebbiati dai fumi dell'alcool consumato in abbondanza la sera dell'aggressione e dall'altra dalla volontà, attuale, dei coinvolti di “metterci una pezza”. Del resto la stessa persona offesa, dopo aver presentato denuncia - “perché ero incazzato” - avrebbe provato a rimettere la querela, venendo però informato che in ogni caso il processo sarebbe continuato comunque, vista la procedibilità d'ufficio. Ecco così al cospetto del collegio giudicante del Tribunale di Lecco – presidente Paolo Salvatore, a latere i colleghi Giulia Barazzetta e Gianluca Piantadosi – un 25enne, nato a Palermo ma anch'egli di origini straniere, chiamato a rispondere dei reati di rapina e lesioni personali gravi, in concorso. Il fatto risale al 16 marzo 2019. Piazza della stazione la location. Il senegalese – costituto parte civile per il tramite dell'avvocato Stefano Mandelli – sarebbe stato raggiunto dall'imputato che gli avrebbe chiesto la restituzione dei 300 euro ricevuti il giorno precedente a titolo di prestito. Sarebbe poi stato subito colpito – da dietro – da un altro soggetto, sceso dalla stessa macchina su cui viaggiavano anche altri, per poi finire a terra dove avrebbe ricevuto altri colpi tra cui quello al volto “fatale” per la sua mandibola. Solo in ospedale – raggiunto in un secondo momento, dopo essere rientrato a casa – si sarebbe accorto della sparizione di quanto aveva nelle tasche e dunque di un telefono, delle chiavi e di 37 euro. Questa – sommariamente - la sua versione,  resa in Aula dopo una crisi di pianto che ha portato il suo legale a chiedere il posizionamento di un paravento per evitare il contatto visivo tra il suo assistito e l'imputato, presente personalmente al fianco dei propri difensori e dunque gli avvocati Ilaria e Marilena Guglielmana. Dopo tre amici che poco o nulla hanno aggiunto al racconto e dopo l'escussione di un operante della Questura, la parola è passata proprio al 25enne che ha ammesso solo di aver incontrato il denunciante in stazione e di avergli chiesto la restituzione del denaro, prima di andare a ballare a Milano con una ragazza. A suo dire il pestaggio sarebbe iniziato proprio mentre stavano parlando ma ad opera di altri soggetti –  uno di colore e uno bianco - scesi da una vettura arrivata all'improvviso sulla piazza. Il 23 giugno la discussione.
A.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.