In libreria 'Il mondo di Nanni Svampa': a Lecco c'erano 'I Gufi'

I non pochi lecchesi che nella seconda metà degli anni ’60 del Novecento partecipavano all’intenso programma estivo delle serate promosse dall’Azienda Turismo con la presidenza di Giacomo De Santis possono ricordare gli spettacoli affilatissimi de “I Gufi”, in piazza Europa, sul lungolago nell’angolo della Torre Viscontea, in piazza XX Settembre e in altri spazi all’aperto.
E’ stato pubblicato in questi giorni il libro di Michele Sancisi “Il mondo di Nanni Svampa – Vita, morte e miracoli di un cantastorie”. L'autore è un giornalista, autore a Sky Italia, e ha collaborato con Nanni Svampa per il documentario “Nanni 70” di Simone Del Vecchio, uscito nel 2009.



L’interessante e ricca raccolta tra documenti e testimonianze del mitico archivio di Nanni Svampa parte dall’infanzia in campagna, l’adolescenza nella Milano del dopoguerra 1945 e delle ultime osterie, poi gli anni ’60 con l’esplosione del cabaret e la grande avventura de “I Gufi”. Nanni Svampa è stato autore, cantante, attore, umorista, storico, sceneggiatore, produttore, talent scout e, soprattutto, massimo custode della tradizione musicale milanese e lombarda, emergendo come una delle più importante figure della cultura popolare del Novecento italiano.
La contro copertina della pubblicazione porta una dichiarazione di Nanni: “Con quelli che dicono: perché non fate canzone di una volta? Ma io ho cantato la periferia quando Lambrate era periferia, adesso la periferia è l’hinterland e quella la cantano i rapper. E’ cambiato il mondo. Non pretendo niente. Faccio il testimone di un patrimonio che resti ai giovani…".
Gli anni de “I Gufi” a Lecco erano quelli che ormai solo i cittadini di una certa età possono ricordare: c’erano le Noci e il Cuoco "d’oro", il teatro galleggiante sul lungolago, il festival internazionale del jazz, i rapporti di amicizia con la Cecoslovacchia sull’onda della “Primavera di Praga”, le serate musicali all’aperto in piazza degli Affari, e altro ancora. Quindi un libro che, un giorno dopo l’altro, può rievocare e accompagnare cari ricordi, con “Porta Roma”, “E l’era sabet sera”, da “Risotto d’osteria” a “Coccodì e Coccodà”.
A.B.
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