In viaggio a tempo indeterminato/220: l'assurdità della guerra

Ma come può succedere una cosa del genere nel 2022?!?
È stata questa la mia prima reazione quando ho letto della questione Ucraina.
Lo so, di articoli sulla guerra in questi giorni se ne leggono a bizzeffe.
E di certo questo non sarà uno di quelli utili per spiegare i possibili scenari o analizzare cosa realmente stia succedendo.
Ma a parlare di altro sembra di non voler vedere l'elefante nella stanza e quindi eccomi qui.
Perché volenti o nolenti, una vita in viaggio vuol anche dire capire come affrontare situazioni che sono più grandi di te e su cui non hai nessun controllo.
Quando abbiamo letto della notizia che la Russia aveva attaccato l'Ucraina, ci eravamo appena svegliati e stavamo usando gli ultimi Giga di Internet rimasti dalla pessima offerta greca.
E all'inizio io non è che abbia capito bene cosa stesse realmente succedendo.
I titoli delle notizie erano forti, enormi, catastrofici, tanto da non parere veri.
Non mi sembrava possibile che nello stesso periodo storico della realtà virtuale, delle criptovalute, dei viaggi nello spazio come fossero voli low-cost... si potesse fare una cosa così orribile e "vecchia" come la guerra.
Perchè per me la guerra è sempre stata solo qualcosa del passato.
Tipo ora che siamo in Grecia e io mi ritrovo a leggere degli Spartani e dei Persiani che combattevano alle Termopoli. La cosa non mi stranisce affatto perché erano secoli fa, era qualcun altro, era un altro mondo.
Ecco la guerra per me è sempre stata qualcosa di storico, di lontano nel tempo. Come se appartenesse ai libri.
Per questo pensare che stesse scoppiando proprio dietro casa mi ha parecchio destabilizzato.
Mi è sembrata una notizia anacronistica, a tratti assurda e impossibile.
La mia reazione a caldo è stata questa, unita a un forte senso di tristezza perchè, se c'è una cosa che nessun libro ha mai nascosto, è che la guerra porta morte.
Ma ad aggiungersi c'è stato anche un inaspettato senso di paura.
Una sensazione che non avevo mai collegato a quelle sei lettere.
Ne abbiamo parlato io e Paolo.
Tanto.
Leggendo, spulciando, cercando notizie in inglese.
E la cosa iniziava a sembrarmi sempre più tremendamente reale.
Poi sono iniziati ad arrivare i primi messaggi, i primi commenti.
"Cosa farete ora? Abbandonate il viaggio?"
"Dovreste tornare in Italia! È pericoloso."
"Non potete continuare verso est, andate in Spagna!"
Dall'oggi al domani era tutto cambiato.
E nella mia testa sono iniziati i dubbi, proprio come quando eravamo in Messico ed è scoppiata la pandemia.
Stiamo qui? Torniamo? Che facciamo?
Non sapevamo cosa fare, nessuno lo sapeva realmente, ma in molti credevano di saperlo.
Ecco, quel giorno, dopo aver letto la notizia, abbiamo provato la stessa sensazione.

VIDEO


Abbiamo lasciato passare qualche giorno per non decidere a caldo.
E poi ce lo siamo detti, a voce alta, per capire se il ragionamento avesse senso.
"Aspettiamo e vediamo cosa succede, passo passo"
"Inutile fasciarsi la testa ora.
Proseguiamo e monitoriamo."
E così abbiamo deciso o meglio, abbiamo deciso di non decidere nulla e continuare.
Con la consapevolezza che abbiamo la fortuna di poter ancora scegliere di vivere ogni giorno facendo ciò che amiamo.
Con il pensiero e il cuore rivolto ai nostri coetanei che in molte parti del mondo questa fortuna non ce l'hanno.
Che stupida che ero stata.
Appena lette le notizie avevo pensato che fosse folle che una guerra potesse scoppiare nel 2022.
Ma la realtà è che la guerra nel mondo già c'era.
In Myanmar sono morte quasi 3000 persone quest'anno e siamo solo a febbraio.
In Afghanistan lo scorso anno le vittime sono state circa 40.000 e numeri simili si sono registrati anche in Yemen.
E se guardo la mappa del mondo con indicati i conflitti in corso in questo momento, ecco che mi rendo conto che interessa 3/4 del continente africano.



Dettagli della mappa a questo link

La guerra c'è oggi, c'era ieri e finché l'uomo continuerà a dare più valore al potere e al denaro che alla vita, purtroppo ci sarà anche domani.
È un vero schifo.
Ed è per questo che oggi più che mai sono convinta che si debba parlare di cose belle, di amore, di fratellanza.
Ognuno deve fare la sua parte cercando di diffondere l'amore e la pace  come "arma" per fermare la guerra.
E va fatto in ogni piccolo gesto quotidiano.
Lo so, a volte può sembrare che non serva assolutamente a nulla.
A cosa serve essere gentili quando a pochi km lanciano bombe?
Ma c'è una un'antica favola africana che ho scoperto da poco e che mi rileggo spesso ultimamente.
Racconta del giorno in cui scoppiò un grande incendio nella foresta.
Tutti gli animali abbandonarono le loro tane e scapparono spaventati.
Mentre se la dava letteralmente a gambe, il leone vide un colibrì che stava volando nella direzione sbagliata.
“Dove credi di andare?” – chiese il Re della Foresta – “c’è un incendio, dobbiamo scappare!”.
Il colibrì rispose: “Vado al lago, per raccogliere acqua da buttare sull’incendio”
Il leone domandò prontamente: “Sarai mica impazzito? Non crederai di poter spegnere un incendio gigantesco con quattro gocce d’acqua?”
Al che, il colibrì concluse: “Forse, ma intanto io faccio la mia parte”.
Angela e Paolo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.