Lecco: in fuga dall'Ucraina, Alexandra raggiunge la mamma con il marito e 3 bambini piccoli. L'appello per trovare casa

Quattro giorni di viaggio per attraversare l'Europa e lasciarsi la guerra alle spalle. E con essa, però, anche tutto ciò che avevano e quella “normalità” che difficilmente riusciranno a ricostruire in breve tempo. Una bandierina dell'Ucraina sul cruscotto della loro Megan che, a occhio, di chilometri ne ha già percorsi diversi e via, verso quella frontiera che mai avrebbero pensato di valicare così, di fretta e furia, dimenticando perfino di portare via delle scarpine per i loro bambini.
Sono scappati con quello che avevano addosso e lo stretto necessario per sfamare i loro tre piccini strada facendo Sergej e Alexandra. Da Khmelnitsky – popolosa città da oltre 270.000 anime, 320 km a sud-ovest della capitale Kieve e a 240 km ad est di Leopoli – sono giunti in tarda mattinata a Lecco. Una meta non casuale. Qui da sei anni vive Valentina, la mamma di Alexandra, badante come tante donne dell'Est partite “da casa” in cerca di quella fortuna che si traduce in un lavoro che permetta loro di sostenere in Patria anche le famiglie d'origine.
Nel parcheggio a ridosso dello svincolo del Bione, tra lacrime e emozione, l'atteso abbraccio.

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“In realtà – racconta Valentina – non li vedevo solo da pochi mesi. A settembre sono tornata in Ucraina un mese per le ferie. Mai mi sarei aspettata lo scoppio di una guerra. La nostra città è sotto le bombe, essendo sede militare con un suo aeroporto. Ancora non posso credere sia tutto vero. Ho anche un altro figlio di venticinque anni ma al momento sta lavorando in Polonia e dunque è al sicuro, anche se non sapendo come si metteranno le cose, vorrebbe poi venire anche lui in Italia”.
Intanto, grazie anche all'aiuto ricevuto da Mario e Silvia, è riuscita a mettere in salvo Alexandra con le sue tre creature: due maschietti vispi di 8 e 5 anni e una femminuccia di soli 10 mesi, inconsapevole di quanto, nel volgere di qualche giorno, le ha già cambiato la vita. “Loro – racconta Valentina – non erano mai venuti a trovarmi in Italia. Il mio nipotino più grande che già andava a scuola e comprende anche un po' di inglese non immaginava nemmeno dove fosse Lecco”.
E adesso invece eccoli qui. “Domani ho già preso appuntamento in Questura per sistemare la questione dei documenti. Hanno però bisogno di una casa. Per questa notte dormiranno da una mia amica che si è resa disponibile ma non potranno rimanere lì. Io lavoro come badante in una famiglia, ora mi occupo di una signora il cui marito, già mancato, è stato vigile a Lecco per tanti anni. Posso contribuire all'affitto. Alexandra e Sergej al momento non parlano italiano, “capiscono negot” come dite voi. Ma lui è un bravo ragazzo. Ed è ucraino: come tutti gli ucraini, può fare di tutto”. Pur di campare. Dignitosamente. Lontano dalla guerra, con l'Ucraina nel cuore, lasciata velocemente con una bandierina giallo-blu sul cruscotto dell'auto come passe-partout verso la pace.

Chiunque voglia aiutare Alexandra, Sergej e i loro tre bambini, mettendo loro a disposizione un alloggio può scrivere a redazione@leccoonline.com

A.M.
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